25 anni fa il Nobel a Mandela-De Klerk

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Venticinque anni fa il Nobel della Pace veniva assegnato a Nelson Mandela, per la sua strenua lotta contro il regime dell’apartheid in Sudafrica, durata mezzo secolo. Quel 15 ottobre 1993, Madiba, soprannome del leader sudafricano, condivise il premio con il suo rivale, Frederik de Klerk, l’ultimo presidente bianco del Sudafrica che mise fine alla segregazione razziale accettando la fine del potere per la sua minoranza.

I negoziati avviati da Mandela e de Klerk sono stati il punto di partenza di una politica di riconciliazione nazionale tra neri e bianchi, sfociata nelle prime elezioni multirazziali della storia del Paese, che hanno dato il via ad un lungo processo di democratizzazione tutt’ora in corso. Per Mandela il riconoscimento del Nobel fu il coronamento di una battaglia personale ma soprattutto collettiva, quella dell’African National Congress (Anc), il movimento anti-apartheid di cui era stato da sempre il leader. Una battaglia che ha costretto Madiba dietro le sbarre per 27 anni, condannato dal regime razzista bianco, per poi essere liberato dallo stesso de Klerk, prima di vincere le presidenziali del 1994, diventando il primo capo di stato nero del Sudafrica. L’annuncio del Nobel e la consegna del premio ad Oslo, il 10 dicembre 1993, sono intervenuti in un contesto di “pace sperata” per il Sudafrica. Il Comitato dei Saggi ha voluto ricompensare la determinazione di due uomini, incoraggiandoli nel contempo a portare avanti il processo con successo.[irp]

All’epoca i negoziati con il potere bianco erano gia’ ben avviati, una bozza di nuova costituzione democratica era stata stilata e le prime elezioni multirazziali si sarebbero tenute da li’ a pochi mesi, il 27 aprile 1994. Ma le violenze non si placcavano tra sostenitori dell’Anc e quelli del partito zulu’ Inkatha, mentre una frange pro-apartheid continuava ad alimentare l’odio razziale. In Sudafrica tra il 1990 e il 1994 le violenze politiche hanno fatto tra 40 e 50 mila morti. Il Nobel fu anche al centro di critiche e polemiche. Quando il telefono squillo’, il 15 ottobre 1993, per annunciare la decisione, a Pretoria le reazioni furono contrastate. “Non volevamo che Mandela, considerato una vera icona, condividesse il premio proprio con il suo oppressore, de Klerk”, ha raccontato Tokyo Sexwale, capofila dell’Anc nel 1993, ricordando che all’epoca “c’erano ancora molte violenze e un clima di guerra civile regnava in numerose township nere”.

Sull’assegnazione del “controverso” Nobel, Sexwale ha argomentato che Mandela “avrebbe anche potuto rifiutarlo, proprio a causa delle molte tensioni del momento, e per il fatto che prima di lui altri lo avevano ricevuto individualmente, senza doverlo condividere con altri”, citando i sudafricani Albert John Luthuli (nel 1960) e l’arcivescovo Desmond Tutu, ricompensato nel 1984. “Per noi Mandela non aveva bisogno di condividere il premio con nessun altro. Per giunta con chi lo aveva messo in prigione. E’ stato lui a convincerci della giustezza di quanto stesse accadendo”, ha ancora raccontato Sexwale, anni dopo quel fatidico 1993. “Ci ha convinto del fatto che dopo un’accesa discussione, era importante per i nostri concittadini, in pieno processo di riconciliazione, accettare il Nobel in quanto, per definizione, ci si riconcilia soltanto con un nemico. Per lui era un modo di mostrare al mondo che i sudafricani erano stati in grado di risolvere le proprie differenze”. Di segno opposto la reazione della presidenza sudafricana. Ad alzare la cornetta quel 15 ottobre 1993 e’ stato Dave Steward, capo gabinetto del presidente de Klerk, “incantato per la bella notizia” giunta da Oslo, “un momento molto felice in un periodo non facile”.[irp]

Il 10 dicembre, Mandela e de Klerk, hanno salutato la gente dal balcone del Grand Hotel di Oslo, soltanto con qualche fischio per il presidente bianco sudafricano. Del viaggio nella capitale norvegese hanno fatto parte il premio Nobel della letteratura, la 90enne Nadine Gordimer, vicina all’Anc, e George Bizos, amico e storico avvocato di Mandela. “Da persona meravigliosa quale era, Mandela ha deciso di accettare quello che per me, per altri, sarebbe stato considerato un disonore. Per noi era una sorte di tradimento vederlo condividere il premio con il presidente dell’apartheid, vedere Mandela a Oslo accanto a de Klerk, messo sullo stesso piano suo” ha allora riferito la Gordiner all’agenzia France Presse. In quei mesi complessi, dietro pressioni degli estremisti delle due parti rivali, Mandela e de Klerk erano comunque ai ferri corti e nessun dei due prese visione del discorso che l’altro avrebbe pronunciato davanti al Comitato dei Saggi, quindi all’intera umanita’ che quel 10 dicembre avrebbe seguito la cerimonia. L’ultimo presidente bianco ha evidenziato il “cambiamento fondamentale di posizione delle due parti”.

Mandela, in un discorso passato alla storia, ha invece elogiato “l’umanita’ comune che unisce i Neri ai Bianchi”, complimentandosi con il suo “compatriota e laureato congiunto del Nobel per avere avuto il coraggio di ammettere che con l’apartheid un male terribile e’ stato fatto al nostro paese, al nostro popolo”. Il 25mo anniversario dell’assegnazione del Nobel della Pace ricorre nel 2018, proprio nel centenario della nascita di Nelson Rolihlahla Mandela, che ha visto la luce il 18 luglio 1918 a Transkei, da un padre della tribu’ dei Thembu, di origine aristocratica. Mandela ha studiato giurisprudenza all’University College di Fort Hare e all’University of Witwatersrand. Nel 1944 l’adesione all’African National Congress e l’inizio della resistenza contro il National Party e le sue politiche di apartheid. Nel 1961 e’ stato prosciolto al termine di un processo per tradimento durato cinque anni.[irp]

L’Anc fu dichiarata fuorilegge nel 1960, cosi’ Mandela e alcuni suoi compagni hanno lanciato la lotta armata, dando vita alla formazione ‘Umkhonto we Sizwe’. Una battaglia che ha portato Madiba in carcere, condannato ai lavori forzati nel 1962 per cinque anni, e nel 1964 all’ergastolo per complotto contro il governo. Durante gli anni di galera, prima nel carcere di Robben Island e poi a Pollsmoor Prison, Mandela ha guadagnato sempre piu’ consensi, diventando un simbolo potente della resistenza all’apartheid in patria e all’estero. Non ha mai rinunciato alle sue idee, una decisione che avrebbe potuto tirarlo fuori dal carcere, fino al rilascio l’11 febbraio 1990. Il 6 agosto dello stesso anno Mandela ha convinto l’Anc di porre fine alla lotta armata. Nel 1991 e’ stato eletto alla direzione dell’African National Congress, ormai riconosciuto dal potere, mentre il suo storico compagno di lotta Oliver Tambo, esiliato in Zambia, ne e’ diventato il presidente nazionale.