20.59 e 45 secondi; sono i numeri che segnano una delle più gravi tragedie aeree del nostro Paese. È l’ora esatta in cui, il 27 giugno del 1980, esattamente 38 anni fa, il DC-9 I-Tigi della compagnia aerea privata italiana Itavia, volo IH870 da Bologna a Palermo, precipitò nel Mar Tirreno tra le isole di Ponza e Ustica, con 81 persone a bordo: morirono tutte.
Solo il mattino dopo un elicottero individuò al largo di Ustica alcuni rottami e poi i primi corpi delle vittime. Da quel momento ha avuto inizio anche uno dei più grandi misteri della storia italiana, fatto di insabbiamenti, incidenti, suicidi e morti sospette, registri e tracciati radar cancellati, documenti spariti nel nulla; un “muro di gomma” durato per quasi 40 anni al fine di nascondere cosa sia realmente accaduto nei cieli del Mediterraneo quella tragica notte.
Tante le ipotesi: dalla bomba, al cedimento strutturale, alla collisione aerea ma l’ipotesi più accreditata, ad oggi, è che l’I-Tigi si sia trovato, suo malgrado, al centro di un vero e proprio combattimento aereo tra aerei Nato – per lo più americani e francesi – e Mig libici, forse di scorta a un volo di stato con a bordo il colonnello Gheddafi, e che sia stato colpito per errore da un missile sparato da uno degli aerei della Nato contro i caccia libici.
I tanti processi che si sono susseguiti in 38 anni non sono riusciti a fare piena luce sulla vicenda e nessun responsabile è stato condannato, anche se hanno stabilito un risarcimento per i parenti delle vittime e la compagnia aerea, fallita dopo l’incidente. Intanto i resti dell’aereo sono stati recuperati da un fondale di circa 3mila metri e collocati nel Museo per la Memoria di Ustica a Bologna.
MATTARELLA “Mi auguro che si riesca ancora a procedere nel cammino di verità, favorendo anche la collaborazione di istituzioni di Paesi alleati e amici, con i quali condividiamo i valori più profondi di umanità e di civiltà”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della tragedia. “L’immane tragedia di Ustica, il 27 giugno 1980, ha impresso un segno indelebile nella memoria della Repubblica, con le tante vite spezzate dei passeggeri e dell’equipaggio in quel volo di linea Bologna-Palermo, profonda ferita inferta alla coscienza civile del nostro Paese – ha ricordato il Capo dello Stato -. In questo giorno di memoria desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari delle vittime innocenti e far sentire loro la solidarietà che, oggi come 38 anni or sono, il Paese intende testimoniare”.
“Grandi le sofferenze – materiali e morali – che hanno dovuto sopportare. La loro tenacia e la loro incessante ricerca della verità hanno sollecitato passi significativi per ricostruire le circostanze e le responsabilità di quella strage che ancora pretende una conclusiva, univoca ricostruzione”, ha sottolineato Mattarella. “La professionalità di tanti uomini dello Stato ha consentito, nel tempo, di avvicinare questo traguardo. Il loro lavoro e il loro senso del dovere hanno reso onore alle istituzioni democratiche. L’unità di popolo che l’Italia è capace di esprimere nei momenti più drammatici della sua storia – e tra questi certamente va iscritta la strage di Ustica – conferma di essere una risorsa cruciale, un grande patrimonio comune, che non va in alcun modo disperso, a difesa della Repubblica”, ha concluso il Presidente della Repubblica.
FICO “In questo giorno dedicato al ricordo della strage di Ustica, desidero esprimere alle famiglie delle vittime e alla loro associazione la vicinanza della Camera dei deputati e quella mia personale. Il 27 giugno 1980 è una data che rimarrà per sempre impressa nella nostra memoria. Trentotto anni ci separano da quella tragica sera d’estate, in cui persero la vita tutte le 81 persone che si trovavano a bordo del Dc-9 Itavia, inabissatosi nelle acque al largo di Ustica”. E’ quanto afferma il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.
“Il lungo tempo trascorso non è però riuscito ad alleviare il profondo dolore per la perdita di quelle vite umane, reso ancora più insopportabile dal persistere di interrogativi e zone d’ombra sulle cause e sulle responsabilità della strage – osserva Fico -. La legittima aspettativa di vedere finalmente restituita la verità su questa pagina drammatica della nostra storia recente – in tutti questi anni frustrata da depistaggi, complotti e silenzi anche da parte di alcuni settori deviati dell’apparato statale – non può essere ulteriormente disattesa. La Camera ha inteso offrire un contributo in questa direzione attraverso la declassificazione, nella XVII legislatura, di documenti ‘segreti’ e ‘riservati’, versati all’Archivio storico della Camera a conclusione dei lavori di Commissioni parlamentari d’inchiesta che hanno operato nelle precedenti legislature”. “È indispensabile che le Istituzioni continuino ad impegnarsi in modo incondizionato, anche e soprattutto sul piano dei rapporti internazionali, per fornire le risposte che ancora si attendono – conclude il Presidente della Camera -. Si tratta di un atto dovuto sia nei confronti delle persone scomparse sia di chi è rimasto e non ha mai ceduto alla rassegnazione, ma ha continuato a battersi per ottenere giustizia”.