A 50 anni dal sisma del Belìce, “dramma che ha insegnato molto”

De Vincenti: lezione nella tragedia. Mattarella alla cerimonia

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Sono trascorsi 50 anni dal 15 gennaio 1968, quando un violentissimo terremoto di magnitudo 6.4 devastò la Valle del Belìce, tra le province di Palermo, Agrigento e Trapani, causando la morte di 400 persone, mille feriti e oltre 90 mila sfollati. A ricordare la tragedia, all’Auditorium Giacomo Leggio di Partanna, è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il sisma cancellò la vita e la storia di interi paesi. Momenti di terrore che rivivono nei discorsi di chi quei giorni li visse in prima persona. “Ricordo gente che correva con il trattore o a piedi per andare fuori” racconta uno dei sopravvissuti. E un’altra: “Famiglie intere sono morte, anche due famiglie, dalla parte del fidanzato e della fidanzata”. Una tragedia resa ancora più drammatica dal ritardo con cui fu avviata la macchina dei soccorsi, per le difficoltà di raggiungere quei territori e la mancata percezione immediata di quanto devastante fosse stato il sisma. Il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti: “Il dramma del Belice ci ha insegnato molto. Oggi interveniamo sulle aree terremotate del Centro Italia senza i ritardi e le difficoltà, con la voglia e la capacità anche della Protezione civile e delle istituzioni di fronteggiare l’emergenza e poi ricreare le condizioni al più presto per la rinascita. Questa è una lezione che nel suo dramma profondo il Belice ci ha lasciato e dobbiamo onorare la memoria delle vittime sostenendo i cittadini perché possano guardare al futuro”.