Cronaca

Il Papa canonizza 7 nuovi santi: “Sono uomini e donne che lottano con la preghiera”

I beati oggi “hanno raggiunto la meta, hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato, e hanno vinto”. In altri termini, “questo è lo stile di vita spirituale che ci chiede la Chiesa non per vincere la guerra, ma per vincere la pace”. Così Papa Francesco nella omelia per le sette canonizzazioni in Piazza San Pietro dove 80 mila fedeli hanno preso parte al rito.  “I santi sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera – ha detto il Papa – . Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino al limite, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince in loro e con loro. Anche questi sette testimoni che oggi sono stati canonizzati, hanno combattuto la buona battaglia della fede e dell’amore con la preghiera.

Per questo sono rimasti saldi nella fede – ha concluso Bergoglio – con il cuore generoso e fedele”. Ci sono due italiani, due francesi, uno spagnolo, un messicano e un argentino. Il gruppo dei beati che diventano santi è certamente aperto però dall’argentino José Gabriel del Rosario Brochero, infatti, è il primo santo nato, vissuto e morto proprio nella nazione del Santo Padre. Gli storici ricordano che c’era già un santo argentino: Benito de Jesùs, santo nel 1999, nato in Argentina, infatti, ma martirizzato nel 1934 in Spagna, dove aveva trascorso circa 20 dei suoi 23 anni di vita. Il processo di canonizzazione di questi santi si è svolto seguendo le modalità “vecchie”, non con il nuovo regolamento sul riconoscimento dei miracoli di cui abbiamo parlato nel numero 41 di Il mio Papa. Ma esistono tratti che in qualche modo uniscano queste sette figure? Una prima osservazione è che il tempo trascorso tra la loro beatificazione e la canonizzazione è stato breve (rispetto ai tempi “lunghi” della Chiesa) quasi per tutti: dagli 11 ai 15 anni in quattro casi, e appena tre anni per il beato Brochero. Inoltre, quasi tutti si sono distinti per il loro impegno nell`apostolato con i poveri e nell`educazione dei giovani. Comune anche il grande amore per l`Eucaristia.

Il Beato Salomone Leclercq (al secolo: Guglielmo Nicola Ludovico) nacque a Boulogne-sur-Mer, in Francia, il 14 novembre 1745. Percepiti i segni della vocazione alla vita religiosa, entrò nel noviziato dei Fratelli delle Scuole Cristiane, comunemente conosciuti come Lasalliani. Emise la professione perpetua nel 1772. Durante gli anni turbinosi e violenti della Rivoluzione Francese, quando i Fratelli furono obbligati ad abbandonare la casa, rimase soltanto lui a custodirla. Il 15 agosto 1792 le guardie lo arrestarono, lo condussero prigioniero e qualche giorno dopo lo uccisero barbaramente nel giardino del Convento dei Carmelitani, teatro di uno dei più terribili eccidi avvenuti durante quegli anni terribili: l66 tra sacerdoti e religiosi, imprigionati per aver rifiutato di giurare la Costituzione civile del clero, vi furono massacrati senza alcun giudizio e i loro corpi gettati nel pozzo. Era il 2 settembre 1792. Pio XI celebrò la beatificazione di questo gruppo di Martiri nel 1926. Il Beato Giuseppe Sánchez del Río nacque il 28 marzo 1913 a Sahuayo, nello stato di Michoacán, Messico. Frequentò la scuola nella sua città natale e successivamente a Guadalajara. Allo scoppio della cosiddetta ‘guerra cristera’, nel 1926, i suoi fratelli si unirono alle forze ribelli al regime violento e anticristiano che si era instaurato nel Paese. Anche Giuseppe venne arruolato e gli fu concesso di portare lo stendardo. Durante una violenta battaglia, il 25 gennaio 1928, l`esercito federale ebbe la meglio e riuscì a catturare diversi prigionieri, tra cui lo stesso Beato, che condotto nella sua città natale venne imprigionato, torturato e gli fu scuoiata la pianta dei piedi. Fu ripetutamente sollecitato a rinnegare Cristo per aver salva la vita, ma egli, ogni volta, confermò con mite fortezza la sua fede. Il 10 febbraio fu costretto a raggiungere a piedi il cimitero, dove venne ucciso con un colpo di pistola. Le sue ultime parole furono: “Viva Cristo Re e viva la Santa Vergine Maria di Guadalupe!”. Fu beatificato nel 2005 da Benedetto XVI.

Il Beato Emanuele González García nacque a Siviglia, Spagna, il 25 febbraio 1877. Venne ordinato presbitero il 21 settembre 1901. Svolse il suo ministero in piccoli villaggi, quindi divenne arciprete della parrocchia di S. Pietro di Huelva. Nel 1910 fondò l`’Opera delle Tre Marie e dei Discepoli di S. Giovanni’, che ebbe grande diffusione soprattutto in Spagna e in America. Nel 1915 fu nominato vescovo ausiliare di Málaga nell’Andalusia e nel 1920 vescovo residenziale della stessa diocesi. Fondò l’Unione Eucaristica Riparatrice e la Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth. Nel 1931 cominciarono le prime avvisaglie della sanguinosa guerra civile spagnola (1936-1939) e il 31 maggio alcuni gruppi di rivoluzionari bruciarono quasi tutte le chiese di Malaga, appiccando il fuoco anche al palazzo vescovile. Il Beato li affrontò coraggiosamente e si consegnò nelle loro mani, ma essi lo lasciarono libero. Nel 1935 fu nominato vescovo di Palencia nella Vecchia Castiglia. Fecondo scrittore, pubblicò molte opere, in particolare di spiritualità eucaristica e di catechesi. Morì a Madrid il 4 gennaio 1940. Fu beatificato nel 2001 da Giovanni Paolo II. Il Beato Lodovico Pavoni nacque a Brescia l’11 settembre 1784. Rispondendo alla chiamata del Signore, fu ordinato presbitero il 21 febbraio del 1807. Si distinse subito per una straordinaria dedizione ai giovani poveri o abbandonati, a favore dei quali fondò l`Istituto di San Barnaba, cui diede continuità con la nascita della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata. In seguito aggiunse alla sua istituzione una sezione per sordomuti. Diede anche un notevole impulso ad una vivace attività editoriale e tipografica. Il giorno dopo lo scoppio in Brescia delle Dieci Giornate, il 24 marzo 1849, Padre Lodovico, per accompagnare sotto la pioggia i suoi ragazzi nel tentativo di metterli in salvo da saccheggi e violenze, contrasse una broncopolmonite che lo portò alla morte all’alba del 1° aprile. Giovanni Paolo II lo annoverò tra i Beati nel 2002.

Il Beato Alfonso Maria Fusco nacque in Angri, in provincia di Salerno, il 23 marzo 1839. Compiuto con diligenza il corso formativo, fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1863. Nominato canonico della chiesa collegiata di Angri, il Beato si dedicò con grande zelo in modo particolare al sacramento della Riconciliazione e alla predicazione assidua della parola di Dio; per venire incontro all’istruzione dei fanciulli poveri aprì una scuola nella propria casa. Quell’esigenza profonda di solidarietà e di carità, che nel 1866 l’aveva portato ad assistere i colerosi fino al rischio della propria vita, poté ulteriormente concretizzarsi, con la collaborazione di alcune giovani donne, nella fondazione della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista (1878), alla quale assegnò lo scopo di provvedere all’educazione delle bambine orfane e bisognose. Alfonso Maria Fusco si spense piamente, così com’era vissuto, il 6 febbraio 1910, ad Angri, dove il suo corpo tuttora riposa. Nel 2001 Giovanni Paolo II lo proclamò Beato.

Il Beato Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero nacque a Santa Rosa de Río Primero, presso Córdoba in Argentina, il 16 marzo 1840. Ordinato presbitero il 4 novembre 1866, svolse il servizio pastorale a Córdoba, in modo particolare nella vasta zona di San Alberto. Si impegnò principalmente e nell’annuncio del vangelo e nell’educazione della popolazione. Divulgò la pratica degli Esercizi Spirituali dì S. Ignazio, ai quali parteciparono molti fedeli ed ottenne numerose conversioni. Si adoperò intensamente per favorire lo sviluppo del territorio, promuovendo la costruzione di chiese, cappelle, scuole rurali e strade tra le impervie montagne della zona. Nel 1908 dovette lasciare l ‘incarico di parroco a causa della lebbra che aveva contratto per l’insalubrità dei luoghi, ma continuò con immutato fervore la sua missione. Morì il 26 gennaio 1914 a Villa del Tránsito (Córdoba). Papa Francesco lo ha proclamato Beato nel 2013. La Beata Elisabetta della Santissima Trinità (al secolo: Elisabetta Catez) nacque nel campo militare di Avor presso Bourges, in Francia, il 18 luglio 1880. Durante l’adolescenza avvertì una forte attrazione per Gesù ed emise privatamente il voto di verginità, con il desiderio di entrare in monastero. Anche in mezzo al mondo, si preparò alla vita monastica, insegnando il catechismo ai piccoli della parrocchia, soccorrendo i poveri più abbandonati e vivendo in profonda comunione con Dio e la Vergine Maria. Il 2 agosto 1901 entrò nel Carmelo di Digione e l’11 gennaio 1903 pronunciò i voti, prendendo il nome di Elisabetta della Santissima Trinità. Ma pochi mesi dopo si manifestò nella giovane professa una terribile malattia, che Elisabetta accettò con totale abbandono alla volontà del Signore. Al martirio del corpo si aggiunse quello dello spirito, con un senso di vuoto e di abbandono da parte di Dio, sensazioni che ella superò nella fede e nell’amore, contemplando con straordinario coinvolgimento l’inabitazione della Santissima Trinità nella sua anima. Morì il 9 novembre 1906, a soli ventisei anni. Nel 1984 Giovanni Paolo l’annoverò tra i Beati.

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