Quando nasce la prima colazione in Italia? Una svolta storica è stata la prima guerra mondiale durante la quale la vita militare ha omologato le abitudini. Ai soldati venivano distribuiti latte, caffè e gallette e cioccolato, ingredienti che sopravviveranno al conflitto, prima che la colazione viri decisamente verso il dolce. In generale nell’Italia contadina degli anni ’50 si parlava semplicemente di “latte” o “zuppa di latte” e il menu tipico della colazione di allora era composto da pane raffermo, un residuo di polenta, un tocchetto di aringa, una fettina di salame, un pezzetto di formaggio, quel che restava della zuppa o della pastasciutta.
Gli anni della “dolce vita”, come l’omonimo capolavoro felliniano che usci proprio nel 1960. Dolce, come la colazione mediterranea cosi come la intendiamo oggi, che inizia a prendere forma proprio negli anni 60 abbattendo le differenze locali, regionali, paesane che nell’Italia contadina facevano del primo pasto della giornata una sagra degli avanzi. Col miracolo economico iniziano a popolare le nostre tavole un’intera galassia di alimenti: croissant, biscotti, burro, fette biscottate, cereali, creme spalmabili, marmellata, miele. Di questa mutazione antropologica diventa simbolo il caffè: se fino agli anni Cinquanta era considerato un bene di lusso da offrire agli ospiti e che ci si poteva concedere solo qualche volta nella giornata, ecco che con il boom economico diventa la bevanda più presente nella tavola degli italiani a colazione.
Negli anni 60 arrivano sulle tavole della prima colazione anche i primi prodotti da forno confezionati. Ancora, nel 1964 viene inventata la più celebre crema spalmabile alla nocciola. Negli anni Settanta comincia ad affacciarsi il concetto del “light”. Nella colazione degli italiani fanno la loro comparsa le fette biscottate. Anche lo yogurt – che a noi è rimbalzato dalla sponda consumistica anglosassone ma in realtà è una tradizione dell’Est balcanico – compare negli anni Settanta, all’inizio come prodotto di nicchia. Poi con il miglioramento delle condizioni economiche e con la crescita dell’educazione alimentare, si diffonde sempre di più e con gusti sempre più diversificati.
I meravigliosi anni ’80, quelli della Milano da bere e delle sfilate di moda, segnano la diffusione dei fiocchi di cereali.
All’inizio furono i cornflakes, poi diventa sempre più avvertita l’esigenza di integrare l’apporto con prodotti salutistici realizzati con fibre, crusca, avena, e muesli. Se fino agli anni Ottanta prevale un eclettismo e una curiosità del gusto, a partire dagli anni Novanta – soprattutto nella seconda metà – comincia ad affiorare una domanda di salute con conseguente diffusione di prodotti integrali, dai biscotti con basso contenuto di grasso (presenti anche prima ma molto meno diffusi), alle fette biscottate integrali, al pane nero.
E oggi come mangiano gli italiani a colazione? La fretta, che caratterizza la vita contemporanea, continua a essere la vera nemica della prima colazione degli anni duemila: se è vero che secondo l’indagine dell’Osservatorio Aidepi/Doxa ancora oggi ben 7 milioni di italiani, cosiddetti “breakfast skipper”, saltano il primo fondamentale pasto della giornata. Ma chi “comincia bene” – e sono comunque 35 milioni di italiani – fa invece colazione praticamente tutti i giorni, a casa propria, concedendo il giusto tempo a questo momento (più di un quarto d’ora), possibilmente in compagnia di amici o familiari, con un occhio attento ai prodotti salutistici (li consumano il 44% degli italiani) mangiando sempre qualcosa (non solo un caffè) e concedendosi il più spesso possibile anche un po’ di frutta fresca.