Niente più responsabilità penale per il medico, via libera a norma su medicina difensiva. Lorenzin: è una svolta
COMMISSIONE CAMERA Introdotta l’azione diretta nei confronti dell’assicurazione e la conciliazione obbligatoria. Ma Tribunale Malato dice “no” di Maurizio Balistreri
di Maurizio Balistreri
“Un lavoro lungo, un percorso che ha incontrato non poche difficoltà ma ce l`abbiamo fatta, grazie all`impegno di tutti”. Ha commentato così, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l`approvazione in Commissione XII della Camera del provvedimento legislativo sulla medicina difensiva. Il testo, relatore Federico Gelli del Pd, è composto da dieci articoli e il suo arrivo in aula, grazie a una corsia preferenziale, è previsto per gennaio. Cambia la responsabilità del medico sia da un punto di vista penale, poiché non sarà più responsabile neppure per colpa grave se rispetta le linee guida, che civile, “prevedendosi – come ha spiegato il ministro – la natura extracontrattuale della responsabilità dei medici non liberi professionisti con conseguente inversione dell`onere della prova e dimezzamento del termine di prescrizione”; viene introdotta l`azione diretta nei confronti dell`assicurazione; la conciliazione obbligatoria “per porre un freno al proliferare dei contenzioni giudiziari”; viene limitata, da un punto di vista della quantificazione, l`azione di rivalsa della struttura sanitaria nei confronti del medico.
Previsti anche l’obbligo di assicurazione per le strutture sanitarie e per i liberi professionisti, il fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità sanitaria e l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanità. “Un passaggio importante, una risposta alle molte incertezze che gravano nel settore della salute, una tutela maggiore per i cittadini in caso di errori e comportamenti impropri, ma anche uno strumento legislativo che tutela di più sia personale sanitario, a tutti i livelli, che le aziende sanitarie e ospedaliere”, ha commentato Mario Marazziti, esponente di Democrazia solidale (Gruppo Pi-Cd) che da luglio 2015 è presidente della commissione Affari sociali. Mentre secondo il relatore Gelli “si aumentano le tutele dei professionisti senza ridurre le garanzie per i cittadini. Anzi, inseriamo stumenti per deflazionare il contenzioso e per avere una maggiore esigibilità del danno. L’obiettivo è anche quello di ridurre i costi inappropriati della medicina difensiva, stimati in 14 miliardi all’anno”.
Ma è proprio contestando queste cifre che arriva il “no” del Tribunale per i diritti del Malato di Cittadinanzattiva: “L’allarme relativo alle innumerevoli e infondate richieste di risarcimento del danno da parte dei cittadini nei confronti dei professionisti sanitari, che è uno degli assunti alla base del DDL, non coincide con la reale e corretta dimensione del fenomeno”, spiega il Coordinatore nazionale, Tonino Aceti e chiarisce: “E’ di qualche giorno fà ad esempio il dato diffuso dal Collegio Italiano dei Chirurghi dell’80% di assoluzioni in sede civile, mentre ANIA afferma come al contrario nell’80% dei casi le vittime di errori o di malpractice ottengano invece un indennizzo. La stessa AGENAS chiarisce con dati alla mano la giusta dimensione del fenomeno delle richieste di risarcimento del danno, smontando con i numeri” chi parla di valanga di richieste risarcitorie da parte dei cittadini: “nel 2012 – specifica – le richieste di risarcimento del danno sono state pari a 12.000 su 9 milioni di ricoveri e 1 miliardo di prestazioni specialistiche, quindi pari allo 0,0012%”. E chiarisce: “L’indice di sinistrosità, ovvero la frequenza con cui si verificano malpractice che sono denunciate, è pari a 13 su 10mila casi”.