Si è svolta dinanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria l’ultima udienza del procedimento nato dalla richiesta di risarcimento presentata da Giuseppe Gulotta (foto), ingiustamente detenuto per la strage di Alcamo Marina (Trapani) del 26 gennaio 1977, condannato all’ergastolo e scagionato solo nel febbraio 2012, dopo 21 anni di carcere. L’uomo, assieme a Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo (per quest’ultimo il 20 novembre e’ stato confermato in via definitiva un risarcimento di 1,1 milioni), era stato individuato come uno dei presunti autori dell’eccidio che causo’ la morte dei due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Gulotta era stato condannato al carcere a vita, ma dopo nove processi venne assolto dalla corte d’Appello di Reggio Calabria che ammise che la confessione degli omicidi era avvenuta sotto tortura.
Da allora, attraverso i suoi legali Pardo Cellini e Baldassare Lauria, ha iniziato una richiesta di risarcimento quantificata in 62 milioni di euro. Nell’udienza di oggi, presieduta dalla giudice Tommasina Cotroneo, sono stati ascoltati i periti di parte che hanno relazionato sul danno maturato. Gulotta, che all’epoca della strage era minorenne e faceva il muratore, lo scorso 18 novembre ha incontrato Papa Francesco e attualmente vive della generosita’ di un prete. “Siamo soddisfatti dello sviluppo dibattimentale”, ha detto Baldassare Lauria -dal 10 marzo 2010 stiamo affrontando questa sfida storica. Gulotta ha affermato di aver intenzione di devolvere i soldi del risarcimento a una fondazione che si occupa di casi di errori giudiziari e spero che ne avra’ la possibilita’”. La sentenza dovrebbe essere emessa tra un mese.