Marcegaglia, per la Sicilia l’industria è anche volano di sviluppo. Montante: “Basta a scontri politici”

Nessuna Regione in Italia, e nemmeno la Sicilia, puo’ pensare di sopravvivere senza una forte l’industria. E per il presidente di Eni, Emma Marcegaglia, anche per l’Isola la strada vera sia quella di rafforzare l’industria manifatturiera. L’ex numero uno di Confindustria è intervenuta in video conferenza alla prima edizione del premio Mimi La Cavera, svoltasi a Palermo. “In questo momento viviamo una situazione con luci e ombre in Italia e anche in Sicilia. Ancora ci sono vari problemi nel nostro Paese, ci sono in Sicilia. Però, nello stesso tempo, si vedono alcuni segnali di miglioramento della congiuntura: anche in Sicilia nonostante le sue contraddizioni, nonostante il momento complesso, c’e’ una voglia di cambiamento”, prosegue. La Marcegaglia è convinta che “le opportunita’  per le aziende buone ci sono”. E nonostante la crisi che sta attraversando l’Italia, “il nostro Paese e’ ancora il secondo paese piu’ manifatturiero in Europa”.

“Non è possibile assistere, in un momento come questo, a scontri politici, a ripicche, a giochi di potere. C’è un tempo per tutto. E questo è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare”. Lo afferma il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, presente tra gli altri alla manifestazione, secondo il quale, si devono rimettere “le imprese al centro del dibattito, ridando, luce al tessuto economico di quest’isola fatto di piccole e medie imprese, così come lo immaginava Mimì La Cavera, che, prima di ogni altro, aveva intuito che lo sviluppo passa dalla manifattura, spina dorsale di ogni economia. E quindi trasformiamo la Sicilia da terra di consumo a terra di produzione”. Anche Montante ribadisce che “per far crescere la manifattura bisogna costruire un ecosistema basato sull’innovazione e definire una politica economica senza più rendite sul fronte della finanza pubblica”. Da qui “è necessario definire le aree di industrializzazione, i settori sui quali investire (dall’agroindustria al turismo e beni culturali, dall’energia ai servizi, dalle infrastrutture all’Ict)”. “Insomma, l’industria 4.0”. Infine, “penso che un governo che voglia davvero puntare sullo sviluppo dovrebbe almeno una volta al mese confrontarsi con i principali investitori per avere chiaro il quadro congiunturale e capire le difficoltà reali che le imprese incontrano. La grande differenza la potrà fare, allora, la capacità della classe dirigente politica e imprenditoriale di questa Regione di guardare al futuro con la stessa visione strategica e con la stessa passione di Mimì e dei suoi compagni di viaggio”, conclude.

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