di Enzo Marino
Continuano a scricchiolare le strade in Sicilia. Un altro pezzo di scorrimento veloce della Palermo-Sciacca, in mattinata, ha ceduto tra il chilometro 23 e 28. Fortunatamente nessun danno a cose o persone. E così s’è messa in moto, ancora una volta, la macchina dei controlli. Sul tratto San Cipirello e San Giuseppe Jato sono arrivati gli uomini dell’Anas che hanno constatato un vero e proprio cedimento di un pilastro, inclinandosi, e che sorregge il viadotto Traversa 1 della Palermo-Sciacca. Le prime notizie parlando di un cedimento strutturale della strada, ma non si esclude l’ipotesi frana. Le piogge di questi giorni, come accertato nel corso di un sopralluogo, avrebbero fatto sprofondare il terreno attorno al pilone. Le verifiche vengono estese anche al di là della zona del cedimento per accertare se ci sono altre parti del viadotto a rischio. “Il viadotto era gia’ sottoposto al costante monitoraggio dei tecnici Anas”, ed “era stato chiuso per motivi precauzionali dai Carabinieri”, spiega la stessa Anas, che sottolinea come non siano state riscontrate “nuove anomalie” legate allo spostamento del pilone. Un fatto è certo, in meno di un anno in Sicilia si registrano cinque significativi dissesti di tratti stradali. Un drammatico scenario che ancora una volta evidenzia – qualora ce ne fosse bisogno – l’irresponsabilità di chi governa un territorio con una infrastruttura stradale costantemente a rischio e bisognosa di una seria manutenzione. Per non parlare di una politica che non ha fatto nessun investimento sulla viabilità stradale, contribuendo di fatto a zavorrare ancor di più l’economia isolana. Nessuno ha mai pagato per questi danni. In nessuna forma. A pagare sono stati sempre i cittadini che forse hanno una sola colpa: aver generato questa classe politica.
Dice il deputato dell’opposizione all’Assemblea Regionale Siciliana, Nello Musumeci: “Il Governo regionale dovrebbe pretendere dall’Anas una ricognizione di tutte le strade siciliane di sua competenza. Non e’ possibile intervenire sempre dopo i crolli e non esercitare una preventiva azione di controllo. L’Anas non puo’ trattarci come fossimo una colonia. Vanno accertate tutte le responsabilita’”.
“Il cedimento del pilone sulla Palermo-Sciacca è l’ennesimo tassello del disastro infrastrutturale del nostro territorio. Eppure non servirebbero opere colossali per impedirlo, ma sarebbe sufficiente occuparsi della manutenzione delle strade e far partire i lavori nei cantieri pubblici”. A dirlo il segretario generale della Filca Cisl Palermo Trapani, Antonino Cirivello, che aggiunge: “Da anni ripetiamo che il primo antidoto per la devastante crisi del settore delle costruzioni a Palermo e a Trapani sia quello di far ripartire l’edilizia pubblica, con particolare attenzione alle infrastrutture. In questo modo da un lato si darebbe ossigeno al comparto e dall’altro si migliorerebbe la viabilità e di conseguenza la qualità della vita dei cittadini”. “Le istituzioni invece – aggiunge – ignorano quest’emergenza e intervengono solo quando il danno all’economia e alla collettività è fatto. Ora scatterà la corsa allo scaricabarile fra istituzioni locali, regionali e Anas e si registreranno le solite lacrime di coccodrillo tardive e inopportune”. “Servono fatti – conclude – non chiacchiere e spot, perché rilanciando l’edilizia si potrebbero finalmente avere strade su cui far transitare persone e merci e si creerebbero diverse centinaia di nuovi posti di lavoro fra diretti e indiretti”.