I soldi non bastano, la Regione Siciliana non può pagare stipendi e pensioni

CASSE IN ROSSO  Non basteranno i 270 milioni di prestito in arrivo da Unicredit,  da qui a fine anno se servono altri 550 milioni 

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Non basteranno i 270 milioni di prestito in arrivo dal cassiere Unicredit, la Regione per potere pagare tutte le spese obbligatorie da qui a fine anno dovrebbe trovare altri 550 milioni di euro. Un ‘buco’ di cassa certificato dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, nella relazione consegnata alla Presidenza e che ha indotto la giunta a deliberare per la richiesta di un’anticipazione al tesoriere Unicredit, per un importo di 270,573 milioni di euro. La Regione avrebbe voluto chiedere di più, ma si è dovuta fermare a questa cifra, il massimo rispetto a quanto poteva richiedere sulla base della convenzione firmata col tesoriere: l’amministrazione regionale, infatti, “può contrarre anticipazioni con il proprio cassiere unicamente allo scopo di fronteggiare temporanee deficienze di cassa per un importo non eccedente il 3% dell’ammontare delle entrate tributarie riscosse e versate nell’esercizio precedente”, si legge nella relazione di Baccei al governo.

E quest’ultima voce, in base al rendiconto generale della Regione per il 2014, è risultata pari a poco più di 9 miliardi, pertanto il limite del 3% ha portato alla cifra di 270.573 milioni di euro. Baccei rivela che in cassa, al 31 ottobre di quest’anno, la Regione ha 928.549.697,66 euro e “non è in grado di fronteggiare le richieste di pagamento provenienti dai vari rami dell’amministrazione regionale per spese obbligatorie: stipendi, pensioni, emolumenti in genere, spese per gli organi istituzionali e per ordinanze urgenti e indifferibili, spese derivanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria e quelle prevista da disposizioni di legge”. E in più, le spese comunitarie. In totale, alla Regione, certifica Baccei, servono 1 miliardo e 750 milioni di euro. Tra soldi in cassa e esigenze di spesa, la differenza è di ben 821,45 milioni di euro. Cifra che, tolti i 270 mln di anticipo in arrivo da Unicredit, “si abbassa” a 550,877 milioni di euro. (Ansa)