Eletti i presidenti commissioni Ars, maggioranza in fibrillazione. Il Pd pigliatutto, fuori Udc e M5S
SICILIA I pentastellati: “La nostra presenza nella stanza dei bottoni sarebbe stata scomodissima”. Turano: “Tradito l’accordo istituzionale”
“Ha vinto la spartitocrazia, la meschina divisione dei posti di potere tra i partiti, a prescindere da competenze e meritocrazia”. I deputati del Movimento 5 stelle all’Ars commentano cosi’ il rinnovo della presidenze delle commissioni in Assemblea che hanno estromesso Giampiero Trizzino a favore dei un esponente del Pd che ha fatto man bassa di commissioni: quattro delle sette in forma diretta; altre due attraverso la contigua formazione Sicilia futura dell’ex ministro Toto’ Cardinale. “Dentro queste mura – dicono – non esiste altra regola che occupare tutti i posti di potere, a dispetto del bene della Sicilia e dei siciliani. Ci conforta il fatto che per questa gente sono gli ultimi giri di giostra. I siciliani, anche col Crocetta quater, hanno visto abbastanza e alla prossima scadenza elettorale sapranno come dargli il benservito”. Il M5s esce dal giro delle presidenze dopo essere uscito dall’ufficio di presidenza dell’Ars (dopo la fuoriuscita di Venturino dal Movimento) “dove e’ stato fatto di tutto per non farlo rientrare. “La nostra presenza dentro la stanza dei bottoni – affermano i deputati – sarebbe stata scomodissima. Saremmo venuti a conoscenza di carte che avremmo fatto immediatamente diventare pubbliche e non sempre questo e’ un bene per chi amministra il potere”. La presidenza non piu’ cinquestelle della commissione Ambiente avra’ anche una ricaduta sulle casse dell’Assemblea: Giampiero Trizzino, come tutti i deputati cinquestelle che ricoprivano ruoli all’interno delle commissioni, infatti rinunciava all’indennita’ prevista per la presidenza, per un risparmio complessivo per l’Ars valutabile in tre anni in oltre 70 mila euro, che vanno ad aggiungersi agli altri 230 mila circa dello stipendio restituito da Trizzino.
Insomma, il Movimento 5 Stelle, dopo essere rimasto fuori dal Consiglio di Presidenza a causa dell’addio al Movimento del vicepresidente Antonio Venturino, perde oggi anche la presidenza della commissione Territorio e Ambiente. Nella maggioranza, invece, si registra l’uscita di scena dell’Udc che non piazza nessuno dei suoi uomini alla guida di una presidenza. Al termine di un pomeriggio scandito da intese tradite e accordi che reggono sul filo di lana, dunque, il Pd si aggiudica la guida di quattro commissioni su sette, due vanno agli uomini di Sicilia Futura, una al Nuovo Centro Destra. Il Partito Democratico, che già gioca un ruolo di primo piano nel governo con 6 assessori su 12, si conferma “pigliatutto” all’Ars con quattro presidenze di commissioni: a Giuseppe Digiacomo che viene confermato alla Sanità, si aggiungono Giuseppe Laccoto (Attività Produttive), Concetta Raia (UE) e Mariella Maggio (Ambiente e Territorio). Proprio l’elezione di Maggio, che a sorpresa ha superato il presidente uscente Giampiero Trizzino per un voto (8 a 7), ha sancito l’uscita di scena del Movimento 5 Stelle. “Avere fatto un buon lavoro in commissione evidentemente non conta – commentano Gianina Ciancio e Valentina Zafarana, parlamentari M5S – forse il modo in cui abbiamo affrontato temi delicati, ad iniziare da energia e rifiuti, ha dato fastidio a qualcuno”. Altro “escluso eccellente” come detto è l’Udc, che per due volte con Margherita La Rocca Ruvolo ha sfiorato l’elezione in prima e in quinta commissione, vedendosi però superare per un voto, 8 a 7. “Più che della presidenza presa dall’Udc – dice il capogruppo Mimmo Turano – penso all’accordo istituzionale che è stato tradito”. Con le due presidenze a Sicilia Futura (Salvatore Cascio alla commissione Affari Istituzionali e Marcello Greco confermato alla guida della commissione Cultura e Lavoro) la forza politica che fa riferimento a Totò Cardinale viene in qualche modo “risarcita” dalle recenti tensioni nate in seguito alla nomina degli assessori della nuova giunta. Infine il ruolo del Nuovo Centro Destra, che con la presidenza della commissione Bilancio a Vincenzo Vinciullo porta a casa un risultato frutto, probabilmente, del sostegno “esterno” sulle riforme alla coalizione di maggioranza. Restano ancora da completare gli uffici di presidenza delle singole commissioni, con l’elezione dei due vicepresidenti e del segretario.