Stare in ufficio fa male alla salute. Non lo dice un dipendente pigro o un funzionario fannullone, ma un serissimo studio statunitense redatto dall’Aoa, l’American osteopathic association, e pubblicato di recente sulla rivista specializzata Archives of internal medicine. L’impiegato che passa molte ore seduto, secondo la ricerca, è destinato a soffrire di mal di schiena, degenerazione muscolare, malattie cardiache, diabete e cancro del colon. Effetti di un’occupazione sedentaria ampiamente noti a cui l’Aoa aggiunge, però, un fattore di rischio particolarmente grave: rispetto a chi ha una posizione statica per quattro ore al giorno o meno, chi lavora 8 ore al giorno alla scrivania ha il 15% di probabilità in più di essere vittima di una morte prematura, che salgono addirittura al 40% nel caso che il tempo in cui si sta seduti si avvicina alle 11 ore.
Secondo l’Istituto americano di salute pubblica gli statunitensi adulti hanno un lavoro sedentario che li impegna mediamente per 7,7 ore al giorno e il 70% degli impiegati trascorre più di cinque ore quotidiane alla propria scrivania. “La nostra è una società sprofondata sulla sedia- commenta Rob Danoff, medico dell’Aoa- In ufficio stiamo seduti la maggior parte del tempo e quando arriviamo a casa ci accasciamo sul divano. E più si sta seduti, più il corpo lavora male”. Un’altra associazione medica americana, l’Ama, ha inviato lo scorso anno una raccomandazione a tutti i datori di lavoro invitandoli a trovare alternative al classico arredamento d’ufficio, prendendo scrivanie alte che consentano di svolgere le proprie mansioni anche stando in piedi oppure dei grossi pallone di gomma dove far sedere gli impiegati, che obbligano chi ci sta sopra a un continuo lavorio muscolare per mantenere l’equilibrio e conservare una posizione corretta.
“Ma anche senza ricorrere a queste soluzioni- suggerisce Danoff- basterebbe il buon senso: obbligarsi a riposare un minuto ogni mezz’ora facendo due passi a piedi lungo il corridoi, fare le scale evitando di prendere l’ascensore, andare di persona dai colleghi nelle stanze adiacenti anziché comunicare con loro via mail o via telefono”.