I nuovi pensionati guadagnano 3.181 euro in meno l’anno rispetto ai vecchi titolari di assegni pensionistici. E’ quanto rileva il report 2014 dell’Istat “Trattamenti pensionistici e beneficiari”. Al 31 dicembre 2014 i nuovi pensionati (quelli cioè che hanno iniziato a percepire almeno una pensione solo dopo il 31 dicembre 2012) sono 542mila, mentre coloro che nel corso del 2014 hanno cessato di percepirne sono 676mila. Ai nuovi pensionati è destinata una spesa complessiva di 7,569 miliardi di euro, per un importo medio dei redditi pensionistici pari a 13.965 euro. L’importo medio percepito dai nuovi pensionati risulta inferiore a quello dei pensionati cessati (15.356 euro) e a quello dei pensionati sopravviventi (17.146 euro), percettori di almeno una pensione sia nel 2013 che nel 2014. L’istituto di statistica fa anche sapere che il 40,3% dei pensionati percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese, un ulteriore 39,1% tra 1.000 e 2.000 euro; il 14,4% riceve tra 2000 e 3000 euro mentre la quota di chi supera i 3.000 euro mensili e’ pari al 6,1% (4,7% tra 3.000 e 5.000 euro; 1,4% oltre 5.000 euro). Il 25,7% delle pensioni e’ di importo mensile inferiore a 500 euro (incidendo per il 6,9% sulla spesa pensionistica complessiva) mentre il 39,6% ha un importo tra i 500 e 1.000 euro.
Al crescere degli importi diminuisce la quota dei trattamenti erogati: il 23,5% dei trattamenti ha un importo compreso tra 1.000 e 2.000 euro mensili, l’8,0% tra 2000 e 3000 euro, il 3,2% supera i 3.000 euro mensili. Gli importi erogati agli uomini sono mediamente piu’ elevati di quelli percepiti dalle donne: redditi fino a 500 euro sono erogati all’11,3% dei pensionati, contro il 13,6% delle pensionate mentre il 9,7% degli uomini riceve un ammontare superiore ai 3.000 euro mensili, contro il 2,9% delle donne. In oltre i tre quarti dei casi (75,8%) i titolari di pensioni sociali percepiscono redditi di importo mensile inferiore a 1.000 euro (il 39,1% non supera i 500 euro). La quota scende a meno della meta’ tra i pensionati di invalidita’, anche civile (rispettivamente 37,1% e 40,9%) e a circa un terzo tra i titolari di pensioni di vecchiaia (28,9%) e tra i superstiti (33,6%). Escludendo i beneficiari di pensioni sociali, la quota piu’ elevata di redditi che non superano i 500 euro si registra tra i titolari di pensioni di invalidita’ civile: sono il 23,6 contro il 21,2% registrato per le indennitarie, il 7,9% dei superstiti, il 4,8% di quelle di vecchiaia e il 4,7% delle pensioni di invalidita’ (Prospetto 12). I titolari di pensioni di vecchiaia (il 26,8%), di pensioni indennitarie (27,5%) e i pensionati di guerra (34,0%) prevalgono invece nelle classi di reddito pensionistico superiori a 2.000 euro mensili.