Si annuncia ricca di sorprese e colpi di scena la corsa per la presidenza di Confindustria. Le nuove regole per l’elezione del presidente, stabilite dalla riforma Pesenti del 2014, rischiano infatti di creare divisioni e polemiche all’interno del sistema. In apparenza la novità principale del nuovo statuto sembrerebbe stravolgere la vecchia regola, non scritta, per cui alla presidenza degli industriali non ci si candida ma si viene chiamati. Il nuovo meccanismo prevede infatti che tutti, almeno nella fase iniziale, si possano autocandidare. Ma la riforma Pesenti lascia spazio anche a giocatori che non scendono in campo ad inizio partita, autocandidandosi, ma entrano nel gioco solo nella fase finale perché chiamati, appunto, dal sistema. E in questo non semplice processo, il ruolo dei cosiddetti saggi, incaricati di vigilare sul corretto svolgimento dell’iter organizzativo, appare quanto mai decisivo. La corsa comincerà tra poco più di un mese ma, ad eccezione di Aurelio Regina, nessun industriale è uscito, almeno ufficialmente, allo scoperto. I rumors sui possibili candidati, certo, si rincorrono da mesi e i nomi si moltiplicano: Gianfelice Rocca, Vincenzo Boccia, Gaetano Maccaferri, Andrea Pontremoli, Lisa Ferrarini ed Antonella Mansi, solo per citarne alcuni. Ma, almeno per ora, non c’è nulla di ufficiale, né un candidato unico, come fu per Emma Marcegaglia, né due contendenti, come avvenne, con modalità diverse, ai tempi di Antonio D’Amato e Carlo Callieri, Luca Cordero di Montezemolo e Nicola Tognana, Giorgio Squinzi e Alberto Bombassei.
L’iter per la scelta del successore di Squinzi partirà ufficialmente il 28 gennaio e si concluderà il 26 maggio con l’insediamento del nuovo presidente. Primo step, la scelta dei tre saggi della Commissione di Designazione. Non sarà più la Giunta, come nel passato, a votarli ma i nomi dei saggi verranno estratti a sorte dal Consiglio di presidenza, convocato appunto il 28 gennaio, da una rosa di 6-9 personalità di spicco del sistema associativo indicati dal Consiglio d’indirizzo etico e dai past president. La Commissione di designazione “rimarrà in carica per otto settimane dalla data del suo insediamento”, prevede il nuovo statuto. Nelle prime due settimane, con una comunicazione agli associati, i tre saggi solleciteranno l’invio di “eventuali autocandidature” e, “dopo averle esaminate sotto il profilo personale e professionale, comunicheranno agli interessati la conclusione degli accertamenti preliminari”. Entro la prima metà di febbraio, dunque, dovrebbe alzarsi il sipario sui nomi di quegli imprenditori che si autocandideranno. I saggi avranno poi quattro settimane di tempo per sondare categorie, federazioni e territoriali, raccogliendo valutazioni ed indicazioni di preferenza sulle candidature selezionate. Ma i colpi di scena, appunto, non sono da escludere. Nel giro di consultazioni con la base confindustriale, che si chiuderà prima di metà marzo, potrebbe emergere che nessuno dei candidati ottenga un alto consenso o, viceversa, che si manifesti un consenso elevato sul altri nomi. La partita, in quel caso, sarebbe destinata a riaprirsi con la discesa in campo di altri giocatori.
Il nuovo statuto prevede infatti che, nel caso in cui non ci sia un significativo consenso su nessun candidato, i tre saggi verifichino “l’emersione di eventuali altre candidature che verranno poi sottoposte alle medesime verifiche”. Saranno ammessi a presentare la propria candidatura “anche coloro che certifichino di poter disporre di un consenso pari ad almeno il 20% dei voti rappresentati” in assemblea. In questa fase non sono da escludere polemiche e proteste da parte dei primi candidati che potrebbero contestare la decisione dei saggi di sollecitare altre candidature. Una volta terminate le consultazioni, la Commissione di designazione individuerà uno o più candidati e li inviterà ad ufficializzare in via definitiva la candidatura e ad illustrare il proprio programma davanti al Consiglio generale. Questo dovrà avvenire almeno due settimane prima del voto a scrutinio segreto del Consiglio generale, fissato per il 31 marzo. I saggi portaranno al voto dei 160 membri del Consiglio generale solo quelle candidature che avranno fatto registrare un’ampia quota di consensi. Il Consiglio proporrà poi all’assemblea dei delegati, convocata per maggio, il nominativo del presidente designato che resterà in carica quattro anni senza possibilità di ulteriori rielezioni.