Bruxelles apre a proposta dell’Italia su arbitrato risparmiatori

di Giuseppe Novelli

“Sosteniamo le intenzioni del governo italiano di consentire ai risparmiatori di esigere compensazioni dalle banche per possibili vendite ingannevoli (‘misselling’, ndr) di obbligazioni”, utilizzando l’esperienza fatta in altri Paesi con situazioni simili. Lo ha affermato oggi a Bruxelles un portavoce della Commissione europea, in riferimento all’idea, annunciata dal premier Matteo Renzi, di effettuare un arbitrato Consob sulle perdite subite dai risparmiatori che hanno investito nelle obbligazioni subordinate delle quattro banche del centro Italia ristrutturate recentemente (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti). La soluzione dell’arbitrato è nata chiaramente da discussioni e contatti serrati fra il governo e l’Esecutivo comunitario, e in particolare la sua Direzione generale della Concorrenza. “la Commissione – riferisce ancora il portavoce – continua a restare in contatto stretto e costruttivo con le autorità italiane per quanto riguarda i loro programmi”. Banche, Ue apre a proposta Italia su arbitrato risparmiatori subordinate delle quattro banche, e stabilire se i risparmiatori siano stati indotti dalle stesse banche a investire senza essere pienamente consapevoli e informati del rischio inerente a questi prodotti finanziari.

La soluzione dell’arbitrato extra-giudiziario sotto l’egida della Consob è simile a quella già sperimentato con successo in Spagna durante la crisi bancaria di due anni fa, che la Commissione appoggiò fortemente. In pratica, i risparmiatori vittime del “misselling” – che dimostrino cioè di essere stati ingannati o non sufficientemente informati dei rischi da parte degli intermediari finanziari, al momento dell’acquisto delle obbligazioni subordinate – potranno riavere i soldi investiti, rifacendosi sui fondi di liquidazione per i rimborsi ai creditori delle quattro banche. Non solo: a quanto si è appreso oggi a Bruxelles, la Commissione non avrebbe niente da obiettare neanche se lo Stato anticipasse immediatamente i rimborsi per i risparmiatori aventi diritto, a seguito della procedura d’arbitrato, a condizione naturalmente di recuperare dai fondi di liquidazione la totalità dei finanziamenti anticipati. In Spagna, due anni fa, la crisi bancaria (su una scala 30-40 volte maggiore rispetto all’attuale crisi italiana) aveva causato perdite per 15 miliardi di euro ai detentori di obbligazioni subordinate, ma a seguito della procedura di arbitrato il 10-15 per cento delle perdite sono poi state compensate agli investitori non professionali vittime comprovate del “misselling”.

Alcune banche – quelle che dopo la ristrutturazione hanno continuato a operare sul mercato – hanno pagato direttamente i rimborsi; altre, quelle liquidate, lo hanno fatto attraverso i loro fondi di liquidazione. Appare invece meno praticabile la soluzione dell’intervento di tipo “umanitario”, ipotizzato martedì scorso dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a favore dei piccoli risparmiatori a basso reddito che hanno perso tutti i loro investimenti. La Commissione considera che, anche se i governi sono liberi di dare sostegno finanziario a persone vittime di circostanze eccezionali e impreviste, come un’alluvione, nel caso dei risparmiatori si ha a che fare con rischi prevedibili e previsti; e comunque non vi può essere alcun legame diretto fra le persone che ricevono il sostegno pubblico e le quattro banche liquidate. Ciò che non è possibile, per l’Esecutivo comunitario, è che lo Stato paghi direttamente le perdite subite dai detentori delle obbligazioni subordinate, perché questo sospenderebbe di fatto il regime del “bail in”, ovvero del salvataggio interno delle banche, stabilito dalle norme Ue.

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