Raggiunto l’accordo, nuovo inizio per salvare pianeta

Raggiunto l’accordo, nuovo inizio per salvare pianeta
12 dicembre 2015

Un “passo decisivo” verso una “svolta storica” nella storia dei negoziati ambientali. Ma, allo stesso tempo, un passo che “è solo l’inizio di un lungo cammino”. Il testo presentato oggi alla Conferenza sul clima di Parigi parte innanzitutto da un presupposto fondamentale: riconosce cioè che “il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta” e richiede pertanto “la massima cooperazione possibile da parte di tutti i Paesi” con l’obiettivo di “accelerare la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra”. Limato, corretto, affinato e rivisto nel corso di questi 12 giorni e notti a Le Bourget dalle delegazioni di 196 Paesi questo testo rappresenta, come tutti sottolineano, solo l`inizio di un lungo percorso, l`architettura su cui costruire la futura casa di uno sviluppo ambientale sostenibile. Naturalmente non soddisfa tutti, ma soddisfa molti e soprattutto rappresenta un`indicazione fondamentale, anche per il mondo economico e finanziario: gli investimenti futuri, se vorranno avere profitti, dovranno guardare alle energie sostenibili non più al settore delle fossili e, come ha detto anche il leader di Greenpeace commentando a caldo il progetto “mette all`angolo le multinazionali del petrolio”.

Nel testo dell`accordo, e` stato inserito già un obiettivo molto ambizioso, per il quale si è battuto con forza anche la delegazione italiana nel corso dei negoziati, vale a dire quello di contenere il rialzo della temperatura media globale “ben al di sotto dei 2 gradi” rispetto ai livelli preindustriali , “sforzandosi di raggiungere 1,5 gradi”. E riconosce che il mondo deve azzerare le emissioni di gas effetto serra nella seconda meta del secolo. Altro aspetto importante è che il testo prevede un processo di revisione degli obiettivi volontari (Indc) che dovrà svolgersi ogni 5 anni, ma invita a un dialogo facilitativo “a partire del 2018” così da arrivare al 2020 già con nuovi indici; questo perche, secondo previsioni scientifiche concordanti, con gli attuali impegni si arriverebbe comunque a un rialzo delle temperature di quasi 3 gradi. Per quanto riguarda i finanziamenti per l`adattamento ai cambiamenti climatici dei paesi piu vulnerabili si indica che i 100 miliardi annui già concordati di qui al 2020 siano il blocco di partenza per gli anni successivi. Infine il testo considera la cosiddetta differenziazione in termini dinamici, vale a dire che pur attribuendo ai paesi sviluppati la responsabilità delle emissioni finora accumulate chiama le potenze emergenti a contribuire, in misura del proprio sviluppo nazionale. Per quanto riguarda in fine i controlli si prevede un sistema di “trasparenza rinforzata” che tiene conto anche delle differenze delle situazioni dei diversi paesi.

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