Nuova fumata nera per l’elezione dei tre giudici della Corte costituzionale. Anche la seduta per trentunesimo, decimo e ottavo scrutinio si e’ conclusa con un nulla di fatto. Nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto. Domani e’ in programma una nuova seduta congiunta del Parlamento. I votanti sono stati 674, tre gli astenuti, 442 le schede bianche, 51 le nulle. A favore di Modugno hanno votato 107 parlamentari; 19 per Sisto; 25 per Piepoli; 12 per Barbera. Ha avuto inizio cinque minuti dopo le 19 la seduta comune di Camera e Senato per l’elezione di tre giudici costituzionali. Nella giornata di oggi non sono emersi fatti nuovi, ma il presidente del Senato Pietro Grasso ha sempre ostentato ottimismo: “Si dice – ha detto – che la notte appena prima dell’alba sia sempre piu’ scura. Io spero che le schede bianche e le fumate nere di questi giorni possano essere il preludio per una terna che sia eletta in maniera finalmente definitiva in questa settimana”.
Per sbloccare la situazione, nell’area della maggioranza si e’ fatta strada la convinzione che bisogna aprire alla trattativa con i 5 stelle, che hanno da tempo rimosso il veto sul candidato del Pd Augusto Barbera ma chiedono nella terna un candidato piu’ “digeribile” per loro al posto del deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto. Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto, parla di “lavorio intenso” per chiudere la partita, sottolineando che “occorre discutere con tutte le culture politiche presenti in Parlamento”. Voci di maggioranza, in effetti, prevedevano un incontro gia’ in serata fra il capogruppo del Pd Ettore Rosato e i 5 stelle (lo sherpa “grillino” dovrebbe essere, come di consueto su questi temi, e’ Danilo Toninelli). Nel Pd, pero’, non confermano: “Dobbiamo eleggere tre giudici, non due: il nodo da sciogliere prima e’ una candidatura moderata che possa essere condivisa fra i vari centristi e Forza Italia. Per questo non ci risulta nell’immediato un appuntamento con i 5 stelle”, spiega una fonte dem. Il gruppo M5S fino al tardo pomeriggio ha negato contatti col Pd e la maggioranza, poi i plenipotenziari stellati diventano irrintracciabili.