Via libera alla riforma Rai. M5S all’attacco: “E’ una Gasparri 2.0”

VIA LIBERA DEL SENATO La norma introduce importanti novità in materia di governance. Renzi: “Tre partite che sembravano impossibili portate a casa nel giro di qualche ora” LA RIFORMA IN SEI PUNTI

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La riforma della Rai diventa legge con l’ok definitivo del Senato che conferma il testo licenziato dalla Camera. La riforma introduce importanti novità in materia di governance della Rai: viene istituita la figura dell’Amministratore delegato, ma in un primo momento e nella fase transitoria, sara’ il Direttore generale ad avere ampi poteri, tanto da essere stato definito il “Super Dg”. Il Cda sarà più snello e non verrà più eletto dalla commissione di Vigilanza. Il presidente sarà di garanzia. Resta la delega sul riassetto normativo di settore. Il ddl reca una norma sulla trasparenza dei compensi dei dirigenti, ma solo se superano il tetto dei 200mila euro. La norma, però, non riguarderà le “star”.  “Stabilità, collegato ambientale e Rai tutto in un giorno, tre partite che sembravano impossibili portate a casa nel giro di qualche ora – ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, di ritorno da Beirut -. La produttività di questo Parlamento è impressionante e i cittadini ne vedranno le conseguenze con l’abbassamento delle tasse”.

“Non esiste nessuna riforma della Rai. Quella approvata al Senato e’ una Gasparri 2.0. E’ la peggiore legge che si potesse congegnare per il servizio pubblico”. Lo scrive su facebook il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), che aggiunge: “Renzi vuole una Rai legata a doppio filo al potere esecutivo con la nomina dell’amministratore delegato da parte dello stesso governo. In qualunque democrazia sarebbe impensabile. Una Rai fortemente lottizzata dai partiti che avranno ancora voce in capitolo nella scelta dei vertici e continueranno a spartirsi incarichi e poltrone. L’indipendenza dell’azienda dalla politica sara’, cosi’, sempre piu’ fragile”. Per Fico, la nuova legge fa si’ che ci sia “una Rai guidata da un uomo solo al comando. Un sistema molto caro al presidente del consiglio, che riflette una concezione del potere che respingiamo totalmente. Tutto questo significa non volere il meglio per il futuro dell’azienda e del Paese, ma considerare la televisione pubblica, finanziata dai cittadini, come una proprieta’ di cui disporre a proprio uso e consumo per accentrare e consolidare potere. In pericolo ci sono il pluralismo e la liberta’ di informazione con gravi conseguenze per gli equilibri democratici. Quando al governo ci sara’ il Movimento 5 Stelle, e succedera’ presto – assicura Fico – smantelleremo questo sistema punto per punto. E lo sostituiremo con procedure pubbliche e trasparenti, cristalline, con selezioni fatte per merito, competenza, indiscutibile indipendenza; con una vera riforma della governance che permetta alla Rai di offrire il servizio pubblico che il nostro Paese merita e che spezzi in modo definitivo il rapporto malsano che finora l’ha legata alla politica. Una Rai, finalmente, al servizio dei cittadini”, conclude il parlamentare pentastellato.

LA RIFORMA IN SEI PUNTI