Sequestrati beni per 10 milioni di euro a prestanome di Messina Denaro

Un duro colpo al patrimonio riconducibile alla famiglia mafiosa di Castelvetrano è stato inferto dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, che hanno dato esecuzione al sequestro emesso dal Tribunale di Trapani a carico degli imprenditori castelvetranesi Antonino e Raffaella Spallino, considerati dagli inquirenti prestanomi dell`organizzazione capeggiata dal latitante Matteo Messina Denaro. I provvedimenti ablativi, richiesti dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, hanno interessato le province di Trapani, Palermo e Reggio Calabria, colpendo l`ingente patrimonio per un valore complessivo di 10 milioni di euro. Il sequestro ha confermato ancora una volta l’influenza del boss castelvetranese, latitante da oltre 20 anni, sui lucrosi settori dell’energia e dei rifiuti. I sigilli sono scattati per 12 imprese attive nei comparti della produzione di energia elettrica e della raccolta di rifiuti. Sotto sequestro sono finite pure attività agricole, edili, di ristorazione e gestione di immobili; 34 immobili tra appartamenti, uffici, autorimesse, magazzini e terreni; 28 rapporti bancari e 5 autocarri. L’operazione è la prosecuzione di quella che nel dicembre del 2012 aveva portato all’arresto di alcuni esponenti di vertice del mandamento di Castelvetrano, inseriti a vario titolo nella struttura di supporto economico del latitante, e al sequestro di beni per 16,5 milioni di euro. Già in quella occasione erano state documentate le infiltrazioni di Cosa nostra nella gestione delle attività economiche nella provincia di Trapani, e accertato come la struttura criminale esercitasse un rigido controllo territoriale finalizzato, tra l’altro, all’acquisizione sistematica dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili.

Pubblicato da
redazione