Forza Italia, il 2015 l’anno degli addii. Bondi, Fitto e Verdini lasciano Berlusconi

CENTRODESTRA A PEZZI Al Cavaliere non sembra preoccupare l’emorragia e sentenzia: “Sono contento. Ora il partito e’ piu’ unito”

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L’emorragia piu’ copiosa e plateale Forza Italia l’ha subita anni addietro, quando ancora si chiamava Pdl. Il primo addio eclatante resta quello di Gianfranco Fini, con l’ormai famosa frase ‘che fai, mi cacci?’, rivolta a Silvio Berlusconi. Poi arriva lo strappo di Angelino Alfano e la nascita del Nuovo Centrodestra. Da allora, il partito del Cavaliere ha subito varie lacerazioni ed anche il 2015 si caratterizza come l’anno degli addii, soprattutto simbolici: se ne va Sandro Bondi, da sempre al fianco del ‘capo’, tra le figure storiche al vertice del partito. Dopo circa quattro mesi un altro addio segna la storia del berlusconismo: Denis Verdini, braccio destro dell’ex premier, uomo ‘macchina’ del partito e, soprattutto, l’uomo del pallottoliere e delle liste, chiude la porta e da’ vita a un nuovo movimento. Tra i due addii di ‘peso’, Berlusconi deve pero’ subire un altro strappo e un’altra emorragia di parlamentari: nella tarda primavera, inizio estate, se ne va Raffaele Fitto.

Dopo mesi di fibrillazioni interne e scontri senza colpo ferire con il leader azzurro, accusato di essere ormai alla merce’ del cosiddetto ‘cerchio magico’, l’europarlamentare pugliese, ‘mister preferenze’, lascia Forza Italia e battezza la sua creatura, Conservatori e Riformisti. Da inizio legislatura Forza Italia subisce una costante emorragia di parlamentari: piu’ di 40 alla Camera, una cinquantina al Senato. Il gruppo azzurro a palazzo Madama, dai 94 iniziali, conta ora 41 senatori (tra le ‘perdite’ si devono annoverare pero’, ad esempio, anche la decadenza dello stesso Berlusconi a seguito della condanna nel processo Mediaset e la scomparsa di Donato Bruno). A Montecitorio il quadro e’ pressoche’ uguale: dai 97 deputati di inizio legislatura il gruppo e’ andato via via assottigliandosi fino a toccare quota 54. E alla ripresa dei lavori, con il nuovo anno, si preannunciano gia’ altre fuoriuscite.

E’ fine marzo quando irrompe sulla scena politica l’addio di Sandro Bondi, che lascia Forza Italia assieme alla sua compagna, anch’essa senatrice azzurra, Manuela Repetti. I due, gia’ in ‘sofferenza’ da tempo, vengono ‘convocati’ ad Arcore dal Cavaliere. Un pranzo che sortisce l’effetto di congelare l’imminente divorzio per alcune settimane. E’ il primo pomeriggio del 31 marzo 2015 quando Bondi e Repetti annunciano l’addio ufficiale e definitivo al gruppo di Forza Italia di palazzo Madama e l’ingresso nel gruppo Misto. La reazione di Berlusconi non si fa attendere, e pochi giorni dopo, incontrando alcuni militanti azzurri ad Arcore, senza fare ne’ nomi ne’ cognomi, taglia corto: “Chi per ragioni personali ha abbandonato Forza Italia, venendo meno al mandato degli elettori, dovrebbe fare i conti con la propria coscienza restando almeno in silenzio”.

Passano pochi mesi e si consuma un altro strappo: a maggio e’ Fitto a mettere la parola fine, con la nascita i primi di giugno del gruppo Conservatori e Riformisti a palazzo Madama, che porta via al gruppo del Cavaliere una decina di senatori. Di li’ a poco inizia a circolare la notizia di un altro imminente addio di ‘peso’, quello di Verdini. Piu’ volte il senatore toscano, da sempre contrario allo strappo di Berlusconi sulle riforme e alla fine del patto del Nazareno con Renzi, ha tentato di convincere il leader azzurro a tornare sui suoi passi. I due si incontreranno diverse volte (alcune note alle cronache, altre rimaste segrete), ma il divorzio e’ solo questione di tempo. La parola fine sull’alleanza politica tra Berlusconi e Verdini viene pronunciata il 23 luglio del 2015. La reazione di Berlusconi, almeno quella pubblica e ufficiale, non si discosta di molto dalla apparente indifferenza mostrata nei confronti di Bondi, semmai il Cavaliere appare piu’ sprezzante: “Meglio soli che male accompagnati”, afferma. Un addio, quello di Verdini che, come era gia’ successo mesi prima con Fitto, non e’ privo di conseguenze: una nuova emorragia colpisce i gruppi di Forza Italia, prima al Senato e poi, a settembre, alla Camera. E’ dell’autunno il commento forse piu’ tranchant del Cavaliere che, riferendosi a tutti gli ultimi adii, sentenzia: “Sono contento. Ora Forza Italia e’ piu’ unita”.