Il governo era pronto a presentare un decreto legislativo per abrogare il reato di clandestinita’ ma il testo per ora non approdera’ in Cdm. Dall’esecutivo si ribadisce che si decidera’ la settimana prossima sulla “base di una valutazione politica” e “senza toni barricaderi” ma di fatto la contrarieta’ di Alfano e le perplessita’ dello stesso Renzi lasciano in stand by la depenalizzazione del reato richiesta tra l’altro dal presidente dell’Antimafia Roberti. Il presidente del Consiglio ne ha discusso ieri mattina con i capigruppo dem Zanda e Rosato e con il ministro Boschi, non nascondendo i timori sul fatto che in questo momento procedere in questa direzione significherebbe lanciare un messaggio fuorviante all’opinione pubblica. La Lega e FI sono sulle barricate e anche nello stesso Pd – Speranza ma anche il ministro Orlando – c’e’ chi ritiene che non si debba frenare. Ma Ncd e’ contraria e la linea illustrata da Alfano e’ stata ribadita dopo un confronto con il premier: “In questo momento particolarissimo occorre evitare – ha sostenuto il responsabile dell’Interno – di trasmettere all’opinione pubblica dei messaggi che sarebbero negativi per la percezione di sicurezza”.
Il presidente del Consiglio auspica allo stesso tempo che le resistenze sulle unioni civili da parte dei centristi vengano meno. Anche per questo motivo il Pd intende circoscrivere la stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, nella speranza che ribadendo, per esempio, il divieto del ricorso all’utero in affitto e limitando l’adozione ai soli figli gia’ nati al momento della registrazione dell’unione civile, possano essere superate anche le perplessita’ dei cattolici dem. L’area del dissenso, nei piani del Nazareno, dovrebbe ridursi di molto mentre la sola De Giorgi viene ritenuta “difficile da recuperare”. Renzi dal canto suo ha ribadito in un vertice mattutino con i capigruppo dem e il ministro Boschi la liberta’ di coscienza. “Nessuna frenata, siano le Camere a decidere, l’importante e’ che la legge venga fatta”, la linea del premier. Un segnale della volonta’ di lasciare lavorare il Parlamento senza intromissioni o pressioni del governo e’ anche la decisione di evitare per il momento una direzione del Pd. Prima del 26 gennaio, giorno in cui approderanno in Aula le unioni civili, ci sara’ un’assemblea dei gruppi parlamentari. Solo allora partira’ una vera mediazione, visto che ci sono da considerare anche le posizioni della minoranza dem e dei giovani turchi decisi a non toccare il ddl Cirinna’.