di Laura Della Pasqua
Il tema della riforma delle pensioni è ancora al palo. Troppo spinoso per rientrare nella legge di Stabilità, è stato temporaneamente accantonato dal governo in attesa che sia chiaro quale sarebbe l’impegno economico. L’ipotesi su cui sta ragionando il ministero dell’Economia, verificando soprattutto l’onere per il bilancio pubblico, secondo quanto risulta a Il Tempo, è di abbinare un meccanismo di penalizzazioni e di prestito. Il lavoratore avrebbe di fronte due opzioni per accedere al pensionamento anticipato: la decurtazione della pensione o il prestito previdenziale. Questo prevederebbe la possibilità da parte del lavoratore di chiedere, 3-4 anni prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, all’azienda i contributi e una quota della pensione, con quest’ultima che dovrebbe poi essere restituita dal lavoratore tramite l’Inps. Il lavoratore potrebbe scegliere l’una o l’altra soluzione in base alla convenienza.
Intanto il presidente dell’Inps, Tito Boeri suggerisce di utilizzare la flessibilità, o almeno parte di essa, che l’Italia potrebbe ottenere dall’Ue, per favorire pensionamenti anticipati, così da liberare spazi al lavoro per i giovani. Boeri parlando a “L’intervista” di Maria Latella su Sky Tg24, ha sottolineato che l’altra emergenza nazionale, oltre all’occupazione giovanile, è la povertà e la situazione degli over 55 che perdono lavoro. Per Boeri l’Italia ha “spazio per ottenere ancora un po’ di flessibilità e la preoccupazione Ue è che la flessibilità nella gestione del bilancio sia sostenibile”. Per il numero uno dell’Inps si può avere più flessibilità “senza violare le regole europee e, al tempo stesso, fare qualcosa per i giovani. La flessibilità andrebb chiesta per finanziare nell’immediato il pensionamento anticipato a condizioni che siano sostenibili”.
Boeri non nega che l’operazione ha un costo. Ma sarebbe un onere “nell’immediato, ma non a lungo andare. È perfettamente in linea. Quelli che vogliono uscire, pur rinunciando ad un pezzo delle loro pensioni, lasciamoli uscire, perchè questo favorirà l’ingresso di nuovi giovani”. Sul fronte del mercato del lavoro però, Boeri promuove a pieni voti il Jobs act e, anzi, si dichiara ottimista sui suoi effetti nel prossimo futuro. “I dati che abbiamo raccolto – afferma – dimostrano un forte incremento delle assunzioni fin da subito con contratti a tempo indeterminato e mi aspetto che nei dati di novembre e dicembre ci sarà un’ulteriore impennata”. Ma se è vero che quello del lavoro, soprattutto per i giovani, è sicuramente una priorità, la vera emergenza sociale in Italia sono i poveri e gli over 55 che perdono lavoro: perchè “la povertà è aumentata molto”, spiega Boeri. Quanto alle “buste arancioni”, quelle con l’estratto conto sulla pensione futura, tanto pubblicizzate e mai arrivate nella casella della posta degli italiani, “c’era un emendamento (alla Legge di Stabilità, ndr.) e per 2 volte qualcuno nel Parlamento ci ha fatto lo sgambetto di toglierci queste due righe, che avrebbero consentito un semplice spostamento di risorse Inps per destinarle proprio alle spese postali necessarie”. Due sbianchettature che il presidente dell’Inps si augura non siano una piccola vendetta alla proposta di eliminare i vitalizi ai parlamentari. Boeri al termine dell’intervento televisivo si toglie il sassolino dalla scarpa. “Voci dicono che sia stato fatto perchè noi abbiamo proposto di tagliare i vitalizi – chiosa -. Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo”.