La Russia è pronta al compromesso nella cooperazione con l’Europa, ma solo sulla base del diritto internazionale. Lo ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, in un’intervista con la Bild, pubblicata anche sul sito del Cremlino. “Dobbiamo rispettarci l’un l’altro, rispettare i nostri interessi reciproci e seguire le stesse regole, invece che cambiarle costantemente per adattarle agli interessi di qualcuno”, ha spiegato, rispondendo a una domanda sulle relazioni con i partner occidentali dopo l’annessione della penisola ucraina della Crimea. Sottolineando ancora una volta che 146 milioni di cittadini russi hanno i propri interessi che lui stesso ha giurato di proteggere, Putin ha però assicurato di non volere lo scontro, ma di “cercare il compromesso”, il quale però deve essere “basato sul diritto internazionale, compreso da tutti in modo uniforme”. Il presidente russo non nasconde gli errori fatti: “Abbiamo sbagliato tutto sin dall’inizio. Non siamo riusciti a superare la divisione dell’Europa, che dopo la caduta del Muro di Berlino è rimasta invisibile, solo spostata più a est”, Putin dunque ammette anche gli errori commessi da Mosca, le sue responsabilità: “Se (la Russia, ndr) avesse difeso i suoi interessi nazionali sin dall’inizio, il mondo sarebbe stato poi più equilibrato”.
Il problema non si pone in termini di amicizia o meno con l’Occidente. “Le relazioni fra stati non possono essere paragonate a quelle fra le persone”. Tuttavia ha detto che questo compromesso “deve essere basato sul diritto internazionale compreso da tutti negli stessi termini. Quello che conta per me non sono territori e confini, ma la volontà della gente, questo significa democrazia”. Anche l’Occidente ha sbagliato, e l’errore principale negli anni Novanta è stato l’espansione della Nato a est in Europa. “Se ci fosse stata volontà politica, se avessero voluto farlo, avrebbero potuto evitare di ammettere chiunque voleva entrare nell’Alleanza atlantica, ma volevano dominare, da qui le crisi di cui discutiamo in questo periodo”, ha precisato, rendendo noto un inedito appello del fautore dell’ostpolitik Egon Bahr, all’unificazione dell’Europa oltre a quella della Germania (se così non sarà l’Unione sovietica sarà destinata all’isolamento”, aveva detto nel 1990).