di Carlantonio Solimene
Fin qui niente di strano: la casa editrice che fa capo al gruppo Fininvest è senza dubbio la leader italiana del settore librario e da sempre si contraddistingue per il pluralismo delle sue scelte. Pubblicano con Mondadori – ad esempio – anche svariati autori “progressisti”, da Roberto Saviano a Corrado Formigli, da Fabio Fazio a Massimo D’Alema. E anche il premier Matteo Renzi, per il suo “Oltre la rottamazione”, ha scelto il Biscione. La polemica sugli scrittori che “hanno il cuore a sinistra e il portafoglio a destra” ha d’altronde fatto il suo tempo e non appassiona più nessuno. Eppure, proprio nei mesi scorsi, il gruppo guidato da Marina Berlusconi era stato vittima dell’ennesima crociata radical. Nel mirino era finita l’acquisizione della Rcs Libri – Rizzoli, Bompiani, Frabbri, Bur e altri marchi – che oltre a salvare il gruppo da un fallimento quasi certo ha concentrato nelle mani del Biscione il 40% dell’editoria italiana. Un gruppo di autori, guidati dalla regista, scrittice ed editor Elisabetta Sgarbi decise così nel novembre scorso di lasciare Bompiani per fondare una nuova casa editrice, La Nave di Teseo. Con la sorella del più celebre Vittorio sbatterono la porta i vari Umberto Eco, Sandro Veronesi, Mauro Covacich e altri.
E anche qui niente di particolarmente significativo: ogni autore è libero di fare le scelte che ritiene riguardo il suo mestiere. La Sgarbi, però, andò oltre e nello spiegare il divorzio parlò di “incompatibilità antropologica” con i nuovi proprietari. Non si fece attendere la risposta di Marina Berlusconi: “L’aria di libertà che respirano i nostri autori mi pare non venga contestata da nessuno” spiegò piccatamente in una lettera a Il Foglio. “Essere considerata incompatibile con chi mostra una tale arroganza e un tale disprezzo verso le opinioni e le posizioni altrui – concluse la figlia di Berlusconi – non mi dispiace affatto”. Ora, di quell’aria di libertà ha potuto beneficiare anche Papa Francesco. E a benedire l’operazione, ieri, è arrivato addirittura Roberto Benigni, un altro che non può certo essere sospettato di simpatie conservatrici: “Non si può parlare moderatamente del Papa – ha detto Benigni – è un rivoluzionario, è meraviglioso”. Dal canto suo, Marina Berlusconi ha ringraziato Bergoglio per il grandissimo regalo fattole con la scelta di pubblicare con la sua casa editrice. E magari potrà sperare nella “misericordia” di Francesco anche per vedersi perdonato il peccato mortale che le addebita certa sinistra: quello di voler fare i soldi con i libri. Di destra e di sinistra.