Terremoto in casa del Partito Democratico. Nel mirino del M5S il sindaco di Catania, Enzo Bianco. “Il sindaco di Catania Bianco si dimetta. E’ emerso che 3 consiglieri, di cui 2 di maggioranza, la consigliera comunale Erika Marco (Il Megafono-Crocetta) ed il Presidente di Circoscrizione Lorenzo Leone (Coalizione centrosinistra -Lista articolo 4) hanno legami con persone legate alla mafia”. Lo annunciano i parlamentari del M5S in Commissione Antimafia dopo l’audizione odierna del sindaco del capoluogo etneo. “La richiesta è stata avanzata nella stessa commissione” spiega Riccardo Nuti membro della Commissione antimafia per il M5S. L’esponene Democratico, infatti, oggi è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare antimafia, sulla istruttoria redatta dalla Commissione regionale Antimafia sull’amministrazione etnea. “Io non conosco la relazione della Commissione regionale antimafia – ha affermato il primo cittadino davanti all’organismo parlamentare – non mi e’ stata fatta avere e sviluppare il dibattito su qualcosa che non si conosce non appartiene all’essenza della democrazia, ci possono andare di mezzo mafiosi ma anche persone perbene che non possono essere accomunate ad una versione in cui tutti alla fine risultano essere grigi. Prego questa Commissione parlamentare antimafia e anche la magistratura inquirente di fare massima e piena luce su questa vicenda”. L’istruttoria è stata redatta dalla Commissione regionale Antimafia circa il Comune di Catania e che avrebbe accertato che “nel caso di tre delle cinque persone politiche indicate, l’ipotesi formulata dalla segnalazione ha trovato riscontro. Ho il diritto di sapere – ha proseguito il sindaco di Catania – chi sono i consiglieri comunali che ho di fronte. Sia che i fatti abbiano rilevanza penale o morale, io ho il diritto di saperlo. Chiedo che la magistratura catanese e la Commissione parlamentare antimafia facciano il massimo di approfondimento su questa vicenda. Trovo che le modalita’ con cui si e’ proceduto da parte della Commissione regionale antimafia, lascino un po’ perplessi: qualche volta si parla di otto persone, a volte di due, non si gioca cosi’ sui numeri e questa e’ anche l’opinione della magistratura catanese. Chiedo che sia fatta piena luce su questa vicenda. Quando sarà fatta piena luce – ha concluso – potrò dire come intendiamo procedere”.
L’EDITORE “La citta’ ha penetrazione mafiosa significativa oramai da molti decenni, io sono stato piu’ volte sindaco di Catania durante la mia ultima sindacatura io presentai un piano urbanistico attuativo” ma quello che venne poi realizzato “dalla amministrazione Scapagnini è significativamente diverso da quello che io avevo elaborato”. Lo ha affermato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, nel corso della audizione in Commissione antimafia a Roma, nella quale ha ricostruito la storia del Pua cittadino, al centro di polemiche nell’ultimo periodo. “Quando si insedia la mia amministrazione, io completo la mia opera, accogliendo le modifiche proposte da alcune associazioni e la mia amministrazione riesce ad ottenere significativi cambiamenti. I titolari e proprietari di molte aree, non soddisfatti dalle decisioni della mia amministrazione, decidono di ricorrere al tribunale amministrativo. Nel periodo della apertura della mia campagna elettorale ho telefonato al direttore ed editore della Sicilia di Catania per chiedere se l’apertura della mia campagna elettorale sara’ seguita dall’unico quotidiano della mia citta’. Nel corso della sua telefonata il dottor Ciancio – spiega Bianco – si dimostra particolarmente soddisfatto per la vicenda della approvazione del pua del giorno prima. Voglio specificare, inoltre he non ho avuto un atteggiamento di particolare favore da parte del giornale dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo nei confronti della mia amministrazione”.
COMMISSIONE ANTIMAFIA “Lei non ritiene che data questa situazione grave e pesante non siano opportune le sue dimissioni?”. La domanda al sindaco di Catania Enzo Bianco e’ stata posta dal deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Nuti, componente della Commissione parlamentare Antimafia, a proposito di alcuni componenti del consiglio comunale che, secondo una relazione della Commissione regionale Antimafia sul Comune di Catania, “avrebbero avuto contatti con soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per associazione mafiosa”. “Sono da poco noti – ha proseguito Nuti – i nomi degli 8 consiglieri comunali inseriti nella relazione della Commissione regionale antimafia (di cui 1 e’ presidente di circoscrizione). Tra questi consiglieri, alcuni sono di minoranza altri di maggioranza, addirittura c’e’ chi, al momento della candidatura, era indagato per scambio politico mafioso, altri andavano a casa di pregiudicati per mafia sottoposti ad arresti domiciliari, alcuni sono fratelli soci o parenti di soggetti condannati per 416 bis e altri problemi con la legalita’. Questa condizione non puo’ essere definita una piccola ombra”. Nuti ha chiesto inoltre chiarimenti sulla telefonata tra il sindaco Bianco e l’editore Ciancio “che ai tempi della telefonata era indagato per concorso esterno in associazione mafiosa”. “Io allora non sapevo fosse indagato”, ha risposto, tra le altre cose, Bianco.