Lavoro notturno, gli italiani ultimi in Europa. Francia e Spagna in testa

Lavoro notturno, gli italiani ultimi in Europa. Francia e Spagna in testa
16 gennaio 2016

In Europa nessuno lavora la notte meno degli italiani. In Italia solo il 13,1 per cento degli occupati (circa 3 milioni di addetti) si reca in fabbrica o in ufficio e timbra il cartellino nelle ore notturne (dalle 22:00 alle 5:00) almeno una volta al mese. La media Ue, invece, si attesta al 19,1 per cento, mentre in Germania la quota di lavoratori notturni si attesta al 16,4, nel Regno Unito al 21,7, in Spagna al 21,9 e in Francia al 22,5. A sostenerlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati Eurofound (2015). Tradizionalmente i più interessati dal lavoro notturno sono le attività che prevedono il pieno utilizzo degli impianti, i giornalisti, i tecnici della comunicazione radio e Tv, i tipografi, gli addetti ai trasporti pubblici-privati e alla manutenzione delle grandi opere viarie, i netturbini, il personale medico e infermieristico occupato negli ospedali, la vigilanza, le forze dell’ordine, gli allevatori di bestiame, i pescatori, i lavoratori dei mercati ortofrutticoli e ittici all’ingrosso, i bar, i ristoranti, i night club e i locali di pubblico spettacolo, i call center e i centri di elaborazione dati. Non sono da trascurare nemmeno molte categorie artigiane interessate da questo fenomeno: come i panettieri, i pasticceri, gli autotrasportatori, i taxisti, gli autonoleggiatori con conducente, i bus operator, i produttori-venditori di cibi da strada e le imprese di pulizia.

“La ragione di un’incidenza percentuale così bassa – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – va ricercata nella dimensione media molto contenuta delle nostre aziende. Ricordo che in Italia il 98 per cento delle imprese ha meno di 20 addetti e in queste piccole aziende trova lavoro oltre il 60 per cento del totale degli occupati nel settore privato. Nel manifatturiero, ad esempio, solo nelle medie e grandi imprese è possibile organizzare l’attività produttiva a ciclo continuo, nelle micro imprese, invece, questo è estremamente difficile”. Se l’Italia è in coda nella classifica europea dei lavoratori occupati di notte, recuperiamo molte posizioni quando analizziamo la percentuale di addetti impiegati almeno una volta al mese durante il fine settimana. Rispetto ad una media europea del 53,7 per cento, in Italia la percentuale si attesta a quota 58, in Germania, invece, è al 48, 3 per cento, in Francia al 50,1 per cento e in Spagna al 55,9 per cento. Tra i big europei solo il Regno Unito (con il 58,9 per cento), presenta un risultato superiore al nostro.

Leggi anche:
Il mandato d'arresto contro Netanyahu divide l'Europa e l'Italia
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti