Vescovi siciliani: “Chiesa schierata contro mafia, basta ‘inchini'”. E strigliano la politica: “La Sicilia è peggiorata”
CONFERENZA EPISCOPALE Il presidente della Cesi: “Noi vogliamo essere la loro voce, vogliamo ascoltare la nostra gente, condividere la condizione di chi vive nel disagio”
“Sul fenomeno mafioso non si transige. La Chiesa e’ nettamente schierata contro la mafia e la combatte. Basta a ‘inchini’ e confraternite ambigue”. Parola dei vescovi siciliani che da ieri hanno una nuova guida, il pastore di Catania Salvatore Gristina, nuovo presidente della Conferenza episcopale regionale. Oggi ha incontrato la stampa insieme al riconfermato segretario generale della Cesi Carmelo Cuttitta, da novembre vescovo di Ragusa e gia’ ausiliare a Palermo. Proprio quest’ultimo ha riaffermato “la netta intransigenza della Chiesa siciliana nei confronti della mafia: “Quando sono emersi contatti con Cosa nostra da parte di certe ambienti, come quelli delle confraternite, si e’ intervenuti con nettezza. A Palermo ne sono state ultimamente estinte tre, per fatti illeciti che avevano a che fare anche con la gestione di fondi, esercitata addirittura falsificando la firma del parroco”. C’e’, assicura Cuttitta, “una vigilanza costante da parte dei vescovi, ma il singolo episodio puo’ capitare e siamo intervenuti”. A Palermo, in particolare, ha rivendicato il vescovo durante l’incontro con la stampa, nel corso del quale e’ stata ricordata la figura del cardinale Salvatore Pappalardo, a lungo presidente della Cesi, “si e’ sempre tenuta alta la voce contro la mafia”.
Certo, ammette, sulle confraternite, su certi abusi, sugli ‘inchini’, “servono indicazioni piu’ chiare: se stai nelle regole va bene, altrimenti e’ meglio chiudere”. Recente il caso di Paterno’ (Catania), con l’inchino del fercolo davanti alla casa del boss arrestato. Il presidente della Cesi, Gristina, guida della Chiesa catanese, e’ netto: “Non vogliamo che le manifestazioni religiose siano inquinate: ci siamo dissociati da quanto accaduto e abbiamo ringraziato per l’intervento delle forze dell’ordine; e’ giusto sanzionare comportamenti di questo genere perche’ non si ripetano. Abbiamo creato anche un comitato per controllare la Festa di Sant’Agata”. Gristina trova spazio anche per un attacco alla politica siciliana. “Le condizioni della Sicilia sono peggiorate – afferma -. Quanti disoccupati, quando famiglie povere, quanti giovani lasciano la nostra terra… Noi vogliamo essere la loro voce, vogliamo ascoltare la nostra gente, condividere la condizione di chi vive nel disagio, augurandoci di trovare la retta comprensione e la giusta azione di quanto hanno una repsonsabilita’, per realizzare insieme l’obiettivo del bene comune. Noi facciamo la nostra parte, ma devono farla tutti”.