di Enzo Marino
“L’Italia, senza Versalis sotto il controllo di Eni, non sara’ in grado di adeguare il proprio processo produttivo verso una chimica verde e innovativa. Non e’ credibile una cessione del 70% della proprieta’ perche’ altre operazioni di questo genere nel passato hanno dimostrato che le decisioni strategiche le prende chi governa l’impresa e non altri”. Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil esprimono forte “preoccupazione anche a seguito della cessione delle quote azionarie di Saipem. Infatti Eni si appresta a concentrare investimenti e attivita’ solo in ricerca ed estrazioni di gas e petrolio prevalentemente all’estero, perdendo – di fatto – quelle caratteristiche di ‘azienda di sistema’ che ha garantito e garantisce l’insieme del ciclo produttivo dell’estrazione al consumo”, spiegano. Proprio per questo i sindacati hanno indetto oggi uno sciopero nazionale di 8 ore in tutti i siti e gli stabilimenti italiani di Eni e Saipem. Gli stabilimenti coinvolti sono: Versalis a Porto Marghera, Ferrara, Mantova, Ravenna, Brindisi, Priolo, Ragusa, Porto Torres e Centro ricerche che conta oltre 6 mila lavoratori tra diretti e indiretti. “Vogliamo essere coinvolti nella definizione del destino delle imprese del nostro Paese, a partire da quelle a capitale pubblico come l’Eni”, lo ha detto il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che oggi ha partecipato, all’assemblea dei lavoratori dello stabilimento Eni di Priolo, in provincia di Siracusa. Per Luigi Ulgiati, segretario nazionale dell’Ugl Chimici, “con le proteste, chiediamo che sia difesa la vocazione industriale del Gruppo, attraverso un serio confronto sull’operazione di cessione di Versalis che, ad oggi, con l’attuale ipotesi di vendita, non da’ adeguate garanzie sotto il profilo occupazionale e produttivo, anzi rischia di mettere in pericolo la presenza italiana in un comparto che alimenta intere filiere industriali in tutti i settori”.
GELA Intanto a Gela continua la protesta con presidi e mobilitazione contro la mancata attuazione del protocollo sulla riconversione green della raffineria e per il via agli ammortizzatori sociali al migliaio di addetti dell’indotto. Il consiglio comunale di Gela ha visitato i presidi dei lavoratori del petrolchimico Eni che da due giorni bloccano le vie di accesso alla città contro i licenziamenti e per l’apertura dei cantieri di “riconversione green” della raffineria. Tutti i gruppi consiliari hanno portato la loro solidarietà annunciando, per domani mattina, alle 10, l’inizio della seduta permanente, davanti alla sede dell’Enimed perforazioni e ricerche, sulla statale per Catania, all’altezza di “contrada Castelluccio”, sotto uno dei gazebo climatizzati che la Croce Rossa sta montando per le maestranze in lotta che si accingono a trascorrere la loro seconda notte all’addiaccio. Per i consiglieri, questa battaglia sindacale è “l’ultimo treno” della salvezza. Ora stanno cercando di mobilitare anche i sindaci di Vittoria, Licata, Niscemi, e degli altri comuni del comprensorio gelese. Intendono inoltre convocare gli “stati generali” del lavoro con tutte le categorie produttive e professionali della città.
L’AZIENDA L’azienda, dal canto suo, fa sapere che “gli impegni presi sono stati rispettati e le attivita’ procedono in linea con quanto previsto”. Il gruppo petrolchimico fa riferimento allo stato di attuazione del relativo protocollo del 6 novembre 2014. In pratica, “dalla firma dell’accordo sono stati avviati 53 cantieri tra le attivita’ di produzione, di manutenzione e di risanamento ambientale con un investimento pari a 200 milioni. Le risorse complessive dell’indotto impiegate nel 2015 sono state pari a 1062 rispetto alle 900 unita’ previste nel protocollo mentre quelle dirette sono attualmente 496 rispetto alle 400 previste per la raffineria di Gela”. L’avvio della costruzione della Green Refinery in linea con il programma e’ previsto per il primo trimestre 2016, prosegue il gruppo, “previe autorizzazioni che attendiamo entro febbraio di quest’anno a fronte di istanze presentate a luglio 2015 in anticipo di due mesi rispetto al programma. Per quanto concerne il progetto di sviluppo offshore a gas di Argo e Cassiopea, Eni sta procedendo con le attivita’ di ingegneria con l’utilizzo di 70 ingegneri locali. Questo progetto e’ stato ritardato in attesa di pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato”.
IL SINDACATO “Gli impianti del gruppo – dice Paolo Sanzaro, segretario Cisl di Ragusa-Siracusa – in quest’area giocano un ruolo di centralità. Un disimpegno avrebbe un effetto domino disastroso, dal diretto all’indotto”. “La nostra è una mobilitazione che, in assenza di svolte, andrà avanti a oltranza”, rimarca Emanuele Gallo, segretario Cisl di Agrigento-Caltanissetta-Enna. Che domani, assieme ai colleghi di Cgil e Uil Ignazio Giudice e Maurizio Castania e ai vertici delle locali associazioni di commercianti e artigiani, alle 11 incontrerà, a Gela, il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. Le sarà affidato un documento in cui, sottolinea il sindacato, sarà sottolineata la richiesta al governo nazionale di intervenire nella vicenda, in quanto azionista di riferimento di Eni.