di Enzo Marino
Nuovo scontro tra laici e cattolici del Pd sulle unioni civili. L’iniziativa annunciata ieri da un gruppo di senatori, capeggiato da Dalla Zuanna, di voler presentare un emendamento per inasprire le pene per il reato di utero in affitto, estendendolo a chi lo fa all’estero, ha riaperto la polemica interna. Un altro gruppo di senatori, tra cui Massimo Caleo, ha chiesto ai colleghi di non depositare il testo che dividerebbe ulteriormente il gruppo. Richiesta respinta. “Ribadiamo la necessità di approfondire le proposte in campo in questa fase senza schieramenti precostituiti e faziosi e con spirito costruttivo e di dialogo”, ha incalzato la Di Giorgi, esponente dell’ala cattolica. Ma c’è chi lavora ad una mediazione che possa risultare accettabile per tutte le anime del partito e che riguarda la stepchild adoption ma anche gli articoli 2 e 3 che stabiliscono il ruolo dei due genitori. Probabilmente le proposte di modifica verranno presentate all’ultimo minuto e firmate non dal gruppo o dal capogruppo ma da qualche singolo senatore. Resta infatti valida la linea decisa dall’ultima riunione del gruppo che è quella di lasciare liberi i senatori di presentare le loro proposte. Naturalmente l’azione di raccordo del gruppo sarà quella di cercare di evitare doppioni o un numero troppo elevate di proposte. La minoranza dem ha chiesto a Renzi di poter discutere domani in Direzione la linea da assumere sul ddl che approda in aula al Senato il 28 gennaio. Anche se l’ex segretario Pier Luigi Bersani non crede che servirà: “Discussione? Non abbiamo fatto nessuna vera discussione, su questo e su altri temi. La direzione dove si parla cinque minuti è un formalismo…”.
Difficile impedire però che il tema prenda il sopravvento nella riunione di oggi. Ma il premier la sua posizione l’ha già chiarita e ribadita anche oggi: “L’Italia è l’unico paese europeo che non ha una legge per i diritti civili. Noi vogliamo che una legge ci sia”, dopo di che “le modalità con le quali il Parlamento si accinge a votare dipenderà dal dibattito parlamentare, e il governo rispetta il dibattito parlamentare: le prossime ore saranno molto importanti per cercare di capire come si concluderà, ma la stragrande maggioranza degli italiani è d’accordo che una legge ci deve essere”. Alla vigilia del termine per la presentazione degli emendamenti (scade oggi alle 13) ancora nessun testo è stato presentato, e questo secondo Monica Cirinnà è un buon segnale: “Il Pd e anche gli altri gruppi che appoggiano il provvedimento, dagli amici di M5S a quelli di Sel, vogliono presentare emendamenti solo se migliorativi, e che fanno unità”. E infatti i grillini hanno fatto sapere che da parte loro il testo a prima firma della senatrice dem va bene così come è e che non presenteranno proposte di modifica. Le prossime ore saranno decisive anche per la possibile mediazione nel Pd, Cirinnà ammette che soprattutto l’articolo 5 sulle adozioni rischia di cadere nel voto segreto e con la libertà di coscienza ma “bisogna vedere se il voto di coscienza avrà natura politica”. Insomma, se passasse un emendamento soppressivo di questo articolo grazie ai voti di una parte del Pd, avverrebbe per ragioni che non hanno a che fare con il testo ma per mettere in difficoltà Renzi e la maggioranza. Tra le migliorie possibili per convincere i cattolici sull’adozione la prima firmataria del ddl spiega: “Ci saranno due cose fondamentali e molto tranquillizzanti: il primo punto che spiegheremo meglio è che non c’è automatismo” nell’adozione, “il secondo punto è che l’ultima parola sull’adozione verrà data al Tribunale dei minori”.