Allarme Europol: “Isis prepara grandi attacchi in Europa”. Parte campagna mediatica per la conquista del Nordafrica
ALLARME ISLAMICO Wainwright: “Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala”. Nel mirino anche Tunisia, Marocco, Algeria e Libia VIDEO di Enzo Marino
di Enzo Marino
Isis sta preparando nuovi attacchi “su larga scala” in Europoa. A lanciare l’allarme Europol, l’agenzia per la lotta al crimine dell’Unione Europea. Europol lo ha annunciato in occasione del Consiglio informale dei ministri degli Interni Ue ad Amsterdam. “Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala”, ha detto il direttore dell’agenzia Europol Rob Wainwright ad Amsterdam. L’annuncio giunge all’indomani della diffusione del video di Isis in cui sono contenute nuove minaccie contro la Francia e la Gran Bretagna. Del resto la notizia che mette ancora di più in allarme i Paesi dell’Europa, era stata anticipata, sebbene non fosse ancora certa come invece lo è oggi, a seguito degli attacchi di Parigi del 13 novembre dallo stesso direttore di Europol, Wainright. “L’Isis vuole esportare in Europa la sua atroce violenza – si è espresso in questi termini – Hanno enormi risorse e sono possibili altri attacchi”.
I MEDIA Intanti, lo “Stato islamico” e al Qaida starebbero pensando di fondersi in un unico grande gruppo del terrore. Documenti confidenziali visionati dal quotidiano panarabo Asharq al Awsat hanno rivelato un piano di fusione in un unico movimento, “il Consiglio della Shura”, messo a punto dai leader dell’Isis, del Gruppo combattente islamico libico, affiliato ad al Qaida, e dei Fratelli musulmani di Libia. I documenti – riferisce il quotidiano – riflettono l’esistenza di uno stato di confusione tra i leader dei gruppi estremisti in seguito alla firma dell’accordo del governo di unità nazionale libico guidato da Fayez al Serraj. Queste organizzazioni, secondo quanto si legge, si starebbero indirizzando verso l’integrazione per limitare i conflitti interni, emersi tra alcuni loro leader. Secondo i documenti, ci sarebbe stato un incontro al Mitiga International Airport di Tripoli tra il comandante del battaglione al Madhuni e un inviato del leader dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, identificato come Sufian al Ghazali.
HOLLANDE La reazione di Hollande non si è fatta aspettare in merito ultimo video del Califfato in cui i terroristi protagonisti della strage di novembre a Parigi minacciano nuove azioni contro l’Occidente e in particolare contro Londra. La Francia è determinata a “colpire ancora” lo Stato islamico che “minaccia” l’Occidente e “uccide i nostri figli”, ha detto il presidente francese. Per Hollande, “queste immagini servono solo a discreditare gli autori di quel crimine”. “Non ci lasceremo mai impressionare”, ha assicurato Hollande da New Delhi dove si trova in visita, sottolineando la sua “determinazione a colpire e colpire ancora questa organizzazione che ci minaccia e uccide i nostri figli”. Proprio la sicurezza sara’ al centro dell’incontro odierno del leader francese con il premier indiano, Narendra Modi, che lo ha invitato a New Delhi in segno di solidarieta’ dopo la strage terrorista del 13 novembre.
CAMPAGNA MEDIATICA E’ una campagna mediatica senza precedenti quella intrapresa negli ultimi giorni dallo Stato Islamico (Isis) per una chiamata alla Jihad dei musulmani nella terra del Maghreb Islamico. Dall’inizio dell’anno la propaganda del Califfato ha diffuso in rete almeno 13 video, tutti dedicati al Maghreb Islamico. Filmati che hanno un comune obbiettivo: reclutare i musulmani nel Maghreb contro “i governanti apostati” di Tunisia, Marocco, Algeria, Mauritania, Mali e, naturalmente, Libia. Una campagna per la quale i leader del Califfato hanno mobilitato tutto il loro apparato mediatico nelle varie province dello Stato Islamico coinvolgendo gli “uffici media” di Damasco, al Anbar, Ninive e molti altri per uno sforzo eccezionale che denota le difficoltà che sta riscontrando il gruppo terroristico sul campo di battaglia in Siria e in Iraq. E che arriva nel momento in cui si parla di piani di fusione tra Isis, al Qaida e altri gruppi islamisti in Libia. Tutti i video, pur di durate diverse, seguono un medesimo schema: una premessa storica fatta da una voce narrante sulle conquiste agli albori dell’Islam nel Nord Africa mentre sullo schermo scorrono immagini prese in prestito da film storici come ‘il Leone nel Deserto’; una seconda parte supportata sempre da immagini di repertorio diffuse da tv satellitari arabe su incontri tra leader occidentali con governanti locali, con accuse alle autorità dei Paesi del Maghreb di voler “occidentalizzare” i musulmani, promuovendo stili di vita in contrasto con la tradizione islamica e di voler uccidere i musulmani insieme a Russia, Stati Uniti e gli alleati della coalizione internazionale, C’è poi una parte conclusiva con appelli fatti da combattenti maghrebini dell’organizzazione che si trovano in Siria e Iraq. In quasi tutti i video viene rivolto uno speciale invito ai militanti locali di al Qaida di unirsi all’Isis, abbandonando il gruppo concorrente, accusato di tradimento per aver accettato “una tregua” con i governi nordafricani nati dopo la Primavera araba. La campagna avviene mentre Paesi come il Marocco e la Tunisia stanno affrontando disordini sociali ed economici: proteste di alcune categorie, come gli insegnanti, nel primo Paese, manifestazioni e coprifuoco nel secondo. Ma soprattutto questa guerra mediatica scatta mentre sono in corso eccezionali sforzi da parte della Comunità internazionale per dare alla Libia un governo di unità nazionale e aprire probabilmente la strada ad un intervento internazionale. La massiccia mobilitazione mediatica dell’Isis è un ulteriore segnale delle intenzioni del leader del Califfato, dopo le sconfitte subite in Iraq e Siria, di migrare in in Libia.