L’arte velata, l’Italia si vende all’Iran per 17 miliardi di euro

L’arte velata, l’Italia si vende all’Iran per 17 miliardi di euro
27 gennaio 2016

di Filippo Caleri

Gli affari sono affari. E il principio non si discute. Ma piegare le conquiste laiche della società occidentale, velando la bellezza dei grandi artisti, agli usi di chi ha il portafoglio gonfio forse in una nazione con la schiena dritta non dovrebbe avere prezzo. Per l’Italia sì: 17 miliardi di euro. Tanto valgono gli accordi tra imprese e istituzioni italiane e iraniane stipulati nel corso della visita del presidente iraniano, Hassan Rouhani a Roma. Una lista di 24 accordi destinati ad aumentare nelle prossime ore. Dai trasporti alla ingegneristica, passando per la cantieristica e la raffinazione. Solo ieri, al Business Forum Italia-Iran, ne sono stati siglati 7 che si aggiungono ai 17 di lunedì. Tra i più recenti Danieli (impianti industriali) ha siglato con il ministero iraniano miniere e metalli un’intesa sullo sviluppo del mercato dell’alluminio. Isotta Fraschini Motori, in partnership con Titagarh Firema Adler, società attiva nella produzione di materiale rotabile, ha firmato un accordo con Wagon Pars Co. (WPC), azienda iraniana che opera nella costruzione di veicoli ferroviari, per la predisposizione di una proposta congiunta per la fornitura di 70 motori per locomotori di manovra per l’Iranian Railway (RAI). Ancora Isotta Fraschini con Arka Tejarat Qeshm (ATQ), una trading company iraniana, ha siglato un accordo per la predisposizione di una proposta congiunta per la fornitura di 600 propulsori marini per unità navali minori destinati all’Iranian Governmental User (IGU). Condotte d’Acqua ha siglato invece contratti per 4 miliardi di euro per “progetti infrastrutturali, ferroviari e autostradali”.

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La lista di lunedì prevedeva invece 7 accordi istituzionali e 10 industriali. Tra i primi: un Memorandum di intesa per la cooperazione tra il Mise e il ministero dell’Industria e delle miniere del commercio iraniano; un altro per la cooperazione congiunta nei settori della salute, dei farmaci e delle apparecchiature mediche tra il ministero della Salute italiano e quello iraniano.
Per quanto riguarda le imprese, da segnalare la doppia intesa siglata da Saipem. La prima costituita da un Memorandum of Understanding (MoU) relativo a una possibile collaborazione su importanti progetti in Iran. Il MoU firmato con la compagnia Parsian Oil&Gas Development, prevede l’avvio di discussioni relative alla possibile collaborazione da parte di Saipem nei lavori di ammodernamento e potenziamento delle raffinerie di Pars Shiraz e di Tabriz. Il secondo è con la National Iranian Gas Company. Business anche per Fincantieri che ha siglato una serie di accordi quadro con alcune società iraniane e ha raggiunto un accordo di cooperazione e sviluppo con Azim Gostaresh Hormoz Shipbuilding Industry Co (AGH), un nuovo complesso cantieristico iraniano strategicamente posizionato nel golfo Persico all’interno della zona economica speciale “Persian Gulf Special Economic Zone”.

Questo accordo prevede la cooperazione tra le due società sia nella costruzione di nuove navi mercantili e unità offshore sia nel settore delle riparazioni e conversioni navali, nonché nel refitting di unità già in esercizio. Itinera, società del gruppo Gavio, ha siglato intese con Kayson per lo sviluppo congiunto di grandi progetti infrastrutturali e in particolare nei settori trasporti/ferrovie per un valore complessivo fino a 4 miliardi di euro. Gli accordi, siglati dal presidente della Danieli, Gianpietro Benedetti, sono relativi a una joint-venture e a ordini per la fornitura di macchine e impianti che verranno installati nel territorio iraniano per un valore pari a circa 5,7 miliardi. Firmato infine un accordo per il recupero del credito sovrano vantato da Sace nei confronti della Banca Centrale dell’Iran. L’intesa prevede il pagamento in favore di Sace di 564 milioni di euro in tre rate entro il 15 ottobre 2016.

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