di Maurizio Balistreri
Si annuncia affollata la corsa per la presidenza di Confindustria. La partenza è fissata per domani, quando verranno estratti a sorte, da una rosa di otto nomi, i tre saggi incaricati di ricevere le autocandidature degli interessati. Alla vigilia della partenza spuntano ai nastri nuovi imprenditori. Con le regole introdotte dalla riforma Pesenti dovranno comunque dimostrare di avere almeno il 20% dei voti assembleari necessari per essere designati dal Consiglio generale fissato per marzo. Il rischio è quello di una frammentazione dei consensi ed è per questo che, negli ultimi giorni, si stanno intensificando gli incontri per trovare accordi. Alberto Vacchi, presidente degli industriali di Bologna, e Aurelio Regina, già presidente di Unindustria e Confindustria Lazio, restano i due candidati usciti, al momento, ufficialmente allo scoperto. Ma si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile discesa in campo del salernitano Vincenzo Boccia, presidente del Comitato tecnico Credito e Finanza di Confindustria ed ex numero uno della Piccola Industria. E proprio l’attuale presidente dei piccoli industriali, Alberto Baban, ha annunciato la probabile candidatura di un industriale proveniente dal mondo delle piccole aziende. L’occasione per scoprire le carte ci sarà con il Consiglio nazionale della Piccola fissato per il 4 febbraio. Baban ha, in particolare, sollecitato la candidatura di un imprenditore veneto.
Anche Confindustria Emilia Romagna ha rivendicato con forza la titolarità ad esprimere uno o più candidati alla successione di Giorgio Squinzi. Resta, dunque, possibile un’entrata un gara, oltre a quella di Vacchi, dell’emiliano Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, invitato a candidarsi dagli organi direttivi della sua federazione. Ma la potente Assolombarda non starà certo alla finestra. La candidatura di Vacchi, secondo i rumors, sarebbe stata sponsorizzata oltre che da Luca Cordero di Montezemolo anche da Gianfelice Rocca, attuale numero uno di Assolombarda. Ma la scelta non è piaciuta a tutti gli industriali lombardi anche perchè Vacchi viene considerato una “colomba” nei rapporti con il sindacato. Sullo sfondo resta la possibile candidatura del lombardo Marco Bonometti, imprenditore metalmeccanico attualmente alla guida degli industriali di Brescia. Il pallino, da domani, passerà nelle mani dei saggi il cui ruolo appare quanto mai decisivo. Strettissimi i tempi: avranno due settimane di tempo per ricevere le candidature che dovranno essere inviate tramite posta certificata. Nelle successive quattro settimane sonderanno il sistema confindustriale per raccogliere consensi e valutazioni. Potranno anche sollecitare “l’emersione di nuove candidature”. Una volta terminate le consultazioni, la triade individuerà uno o più candidati e li inviterà a presentare programma e squadra davanti al Consiglio generale. Il voto segreto dei 160 membri del Consiglio potrebbe avvenire nella riunione del 17 marzo o, se dovesse servire più tempo, in quella già calendarizzata per il 31 marzo. Toccherà poi all’assemblea privata, convocata per il 25 maggio, nominare il nuovo presidente.