Renzi non ama giornalisti ma ‘buca gli schermi’. E’ scontro M5s-Pd

Renzi non ama giornalisti ma ‘buca gli schermi’. E’ scontro M5s-Pd
29 gennaio 2016

di Giuseppe Novelli

Il Partito Democratico non ama i giornalisti ma ‘buca gli schermi’ dato che nei telegiornali Rai la parte del leone la fà il presidente del Consiglio, con annessa pletora di ministri, sottosegretari, capigruppo di maggioranza e supporter vari. L’ultima polemica scoppia con il “caso Giannini” con uno scontro durissimo tra Movimento 5 stelle e Pd, ma anche all’interno dello stesso partito democratico. A far discutere sono le parole di Michele Anzaldi, segretario Dem (renziano) della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, che ieri ha chiesto il licenziamento di Massimo Giannini, conduttore di Ballarò su Rai 3. “Il licenziamento di Azzalini? L’ho trovato esagerato. In Rai si vedono cose ben peggiori”, ha detto, indicando come esempio “quello che è successo a Ballarò. Il conduttore Massimo Giannini ha affermato che sul caso Boschi-Banca Etruria c’è un ‘rapporto incestuoso’. E’ un’affermazione vergognosa, che avrà risvolti giuridici pesanti. Mi auguro che Boschi lo quereli. E’ calunnia. E qualcuno ora deve rispondere”. Beppe Grillo, che si era scagliato qualche ora prima contro la “una televisione fascista che censura su tutti i tg le notizie scomode per il governo”, usa gli stessi richiami al ventennio per Anzaldi. “L’#OlioDiRicinoPd ai giornalisti non allineati della Rai fascista – scrive sul suo blog il leader del Movimento 5 stelle -. La Rai dovrebbe licenziare Massimo Giannini ha sentenziato il piddino Michele Pavolini Anzaldi, braccio destro del Bomba e amico intimo del suo portavoce Sensi. Giannini ha sgarrato: ha parlato di Banca Etruria e del conflitto di interessi della Boschi. Guai a chi la tocca, si rischia il licenziamento per lesa maestà”.

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Per Grillo “nella Rai fascista i non allineati non sono tollerati, devono essere epurati. L’obiettivo: sostituirli con due leccaculo del premier”. La maggioranza Pd fa quadrato intorno al deputato Dem: “Michele Anzaldi fa bene il suo lavoro di segretario della Vigilanza. Incredibile è chi difende le ingiurie ad un ministro a Ballarò. Beppe Grillo che parla di olio di ricino, probabilmente si riferisce a quello che usa giornalmente contro la Rai”, afferma il senatore renziano Andrea Marcucci. “Io al posto suo chiederei scusa”, aggiunge Ernesto Carbone, che martedì scorso era in studio alla trasmissione di Giannini. “Per me – conclude – sono parole molto gravi da dire nel servizio pubblico”. E mentre Fnsi e Usigrai parlano di “ultimo, ennesimo, caso di ‘tiro al cronista’” e il comitato di redazione di Ballarò esprime “indignazione per l’ennesimo attacco intimidatorio” di Anzaldi, anche la sinistra Dem prende le difese di Giannini. “Il Pd e’ sempre stato dalla parte della liberta’ d’informazione. Non mi piace quando la politica fa le pagelle ai conduttori o ai programmi televisivi. Poteva farlo forse Berlusconi. Lo fa spesso Grillo. Non puo’ farlo certo il Pd”, dice Roberto Speranza mentre i senatori della minoranza Pd Federico Fornaro e Miguel Gotor accusano: “A leggere certe dichiarazioni e richieste di licenziamenti, come testimonia la vicenda di Giannini e di Ballarò, viene da domandarsi quale sia la differenza tra la vecchia Rai e la Rai post riforma. Eravamo stati facili profeti nel prevedere che non sarebbero cambiate le vecchie abitudini e le tentazioni di ‘commissari epuratori'”.  Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza, alza il tiro e convoca, per martedì prossimo a Strasburgo, una conferenza stampa dal titolo “Italia come la Polonia: colpo di stato del governo nella tv pubblica”. “M5s – si legge nell’invito – chiederà alle istituzioni europee di intervenire affinché il testo della riforma della Rai venga esaminato dalla Commissione europea, esattamente come è stato fatto per l’analoga riforma della Polonia. L’informazione non può essere sottomessa al partito di maggioranza”.

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Intanto, il sito Open Tg, che annovera nel proprio team anche lo stesso Fico, ha minuziosamente monitorato i palinsesti informativi della tv di Stato e documentato la sperequazione degli spazi occupati dalle varie forze politiche e dalle cariche istituzionali. Due i parametri utilizzati: il tempo di parola, quando il soggetto parla direttamente a voce e il tempo di antenna, che comprende il tempo di parola e il tempo di notizia, in cui si parla indirettamente del soggetto tramite l’intermediazione giornalistica. Iniziamo dal tempo di parola, analizzando i dati di dicembre 2015. Campione d’inverno è ovviamente il Partito Democratico con il 33% , seguono i pentastellati con il 24%. Il podio viene completato da Forza Italia con il 14. La Lega si piazza in zona Europa League con l’11, Sel ottiene un rispettabile 5 %, Area Popolare, nonostante sia al Governo, è ferma al 2. In zona retrocessione, nonostante la forza mediatica di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia con l’1%. Applicando la stessa analisi alle cariche vince a mani basse il Presidente del Consiglio con la metà tonda tonda (50%), seguito da tutti i membri dell’Esecutivo con il 30. Terzo posto invece per la prima carica dello Stato, Sergio Mattarella con il 12%. Gli altri soggetti istituzionali, tra cui la Presidente della Camera, raccolgono le briciole.

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