Renzi da Merkel: faccia a faccia su Turchia, crescita e profughi

Ha avuto il via poco prima delle 13 a Berlino l’incontro tra il premier italiano Matteo Renzi e Angela Merkel. Un incontro che si attendeva più teso di quando il premier varcò per la prima volta la soglia del palazzo della Cancelleria, all’inizio del suo mandato. Dagli elogi di Merkel alle “impressionanti” riforme messe in cantiere e portate avanti da Renzi, si è passati allo scontro su tutti i temi più importanti dell’agenda europea: migranti, flessibilità, applicazione delle regole, sanzioni alla Russia. Al termine dell’incontro Angela Merkel si è detta “entusiasta della visita”. “Ci troviamo davanti a una grande sfida”, ha poi agiunto in conferenza stampa la cancelliera che ha sottolineato che “viviamo in un momento di gradi sfide”, ma “c’è uno spirito europeo che ci unisce”. La cancelliera ha lodato il lavoro del governo italiano e le riforme messe in campo dal premier: “Abbiamo parlato di come rafforzare la nostra collaborazione. La Germania avrà la presidenza del G20 e l’Italia del G7. Abbiamo parlato della creazione di posti di lavoro, una sfida. Il premier Renzi è partito con un’agenda di riforme molto ambiziosa e il Jobs Act si muove nella direzione giusta. Il successo di queste riforme sarà un contributo importante all’Europa e all’Italia”. Dal canto suo Renzi ha esordito dicendo: “Sono felice del fatto che grazie agli sforzi del popolo e del governo italiani sono qui con un elenco di risultati. L’Italia non è più il problema dell’Europa. Siamo in un momento delicato, di grande importanza. Vogliamo un’Europa più forte”, ha detto Renzi. “Certo – ha aggiunto Renzi – con la Germania non siamo d’accordo su tutto, anche perchè veniamo da diverse famiglie politiche. ma crediamo insieme che combattere la disoccupazione è combattere il populismo. Il nostro avversario è lo stesso”. Renzi ha parlato anche della ripresa italiana, sottolineando che “nei primi 11 mesi 2015 l’import di prodotti tedeschi in Italia è aumentato del 7%. Non è un buon dato per il Pil ma è un segno che finalmente la ripresa in Italia c’è e si tocca con mano”.

NODO MIGRANTI Ricordando le continue stragi in mare, Merkel ha sottolineato che “sui migranti va combattuta l’illegalità”. E ha insistito sull’urgenza di un accordo con la Turchia per mettere un freno all’emergenza: “Abbiamo parlato anche della questione dei profughi e dell’accordo con la Turchia, la cui attuazione è urgente”. “L’Italia è da sempre disponibile – ha replicato Renzi -. Stiamo aspettando di capire come intendere questo contributo. L’immigrazione è un problema europeo: bisogna rimuovere le cause, intervenire con un lavoro a monte”. Se l’Europa perde Schengen, perde se stessa”.

ALTA TENSIONE Solo un mese fa, nel corso di un acceso Consiglio europeo a Bruxelles, il premier italiano scelse di alzare i toni, rivolgendosi alla cancelliera tedesca con queste parole: “Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela”. Il riferimento era all’acquisto degli aeroporti greci da parte di aziende tedesche durante la crisi del debito e alle politiche sull’immigrazione. A dividere Renzi e Merkel diversi dossier, a partire naturalmente dalla questione migranti, con la Germania che rinfaccia all’Italia di non aver ancora aperto i sei hotspot su cui si era impegnata e di bloccare l’accordo con la Turchia, non versando i 281 milioni che le spetterebbe mettere sul tavolo, e l’Italia che lamenta la mancata applicazione dell’intesa sui ricollocamenti e mal digerisce il fatto che a Bruxelles la Germania organizzi sistematicamente pre-vertici sull’immigrazione ai quali Roma non viene invitata. E ancora, tra i temi di attrito la questione del gas: da un lato il raddoppio del gasdotto Nord Stream, che dovrebbe collegare la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Dall’altro il South Stream – destinato a portare il combustibile russo fino in Puglia passando per il Caucaso – che invece è rimasto fermo, ufficialmente a causa di un bando di gara in Bulgaria che violava le regole del mercato unico limitando l’accesso solo alle aziende bulgare.

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