Truffa, falso ideologico e peculato. Cassazione: gravi indizi contro medico Tutino
CHIRURGIA PLASTICA Palazzo dei Marescialli rigetto’ in gran parte il ricorso del medico di Palermo contro l’ordinanza con cui il tribunale del Riesame aveva confermato gli arresti domiciliari per l’imputato
“Non sussiste alcun dubbio che vi siano i gravi indizi che gli interventi cui sono stati sottoposti tali pazienti avevano esclusivamente natura estetica con conseguente configurabilita’ dei reati di truffa e falso ideologico”. Lo scrive la quinta sezione penale della Cassazione, nella sentenza con cui spiega perche’, il primo dicembre scorso, rigetto’ in gran parte il ricorso di Matteo Tutino, medico dell’unita’ di chirurgia plastica dell’azienda ospedaliera di Palermo, contro l’ordinanza con cui il tribunale del Riesame del capoluogo siciliano, il 21 luglio, aveva confermato gli arresti domiciliari per l’indagato in relazione ai reati di truffa, falso ideologico, peculato e abuso d’ufficio. Tale misura cautelare e’ stata poi revocata dal gip di Palermo il 9 dicembre scorso, disponendo invece l’obbligo di dimora.
Il Riesame “con argomentazioni coerenti ed immuni da vizi logici – si legge nella sentenza della Suprema Corte – ha evidenziato con riferimento all’intervento subito da ciascun paziente gli elementi indiziari in relazione ai quali ha ritenuto la configurabilita’ delle fattispecie delittuose contestate all’indagato, traendoli dalle risultanze delle cartelle cliniche, dalle sommarie informazioni dei pazienti e dalle conclusioni del collegio peritale nominato dal Pubblico Ministero”: proprio “dall’esame incrociato di tali fonti, il Tribunale – osserva la Cassazione – ha tratto i gravi indizi dei delitti di falso ideologico e conseguentemente dei raggiri del delitto di truffa aggravata”. I giudici di piazza Cavour, poi, sottolineano che il Riesame “ha condivisibilmente valorizzato l’aspetto dell’ingiusto profitto”: “e’ evidente – si legge nella sentenza – data la rilevante esosita’ delle operazioni di chirurgia plastica, che un medico, ben consapevole che non tutti i pazienti sono in grado di permettersi sotto il profilo economico interventi di tale natura, sia in grado di incrementare notevolmente la sua attivita’ libero-professionale e quindi la propria clientela allorquando diventi un fatto notorio che i pazienti da lui visitati privatamente vengano successivamente operati in ospedale senza costi aggiuntivi”.