S’alza il sipario sul Family Day, a Roma attese oltre 1 milioni di persone
CONTRO UNIONI CIVILI Al Circo Massimo movimenti cattolici e politici contro ddl Cirinnà. Gli organizzatori: “Non siamo contro le persone omosessuali ma “siamo totalmente contrari al disegno di legge”
Portare “oltre un milione di persone” oggi a Roma al Circo Massimo contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili. È l’obiettivo degli organizzatori del Family Day per condizionare il voto del Parlamento sul relativo disegno di legge. Il neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” e organizzatore della manifestazione, ha spiegato che l’evento “non è contro le persone omosessuali, perchè le persone vanno rispettate nella loro dignità indipendentemente dalla categoria cui appartengono”, ma “siamo totalmente contrari al ddl Cirinnà: siamo favorevoli a un riconoscimento dei diritti civili legati alla persona, mentre siamo contrari a qualsiasi altra forma in cui esista un’omologazione o confusione tra unioni civili tra persone dello stesso sesso e la famiglia come la definisce l’articolo 29 della Costituzione”. Tra i nodi principali contenuti nel ddl c’è l’estensione alle coppie omosessuali della possibilità di accedere alla cosiddetta “stepchild adoption” (l’adozione del figliastro, ovvero l’adozione del figlio biologico o adottivo di uno dei due partner da parte dell’altro, che di fatto diventa il secondo genitore).
Non si potrà comunque concedere per i minori che hanno già entrambi i genitori legalmente riconosciuti, anche se separati: per questo i contrari al ddl sostengono che estendere questa possibilità alle coppie gay significhi di fatto incentivare per le coppie di uomini la pratica dell’utero in affitto (possibile all’estero in Stati Uniti, Canada, Sud Est Asiatico, India) e della fecondazione eterologa per una coppia di donne. Quello di oggi sarà il terzo Family Day, dopo quello del 12 maggio 2007 che bloccò i “Dico” del governo Prodi e la manifestazione del 20 giugno 2015 convocata in quel caso, in particolare, per “il diritto di mamma e papà ad educare i figli e fermare la ‘colonizzazione ideologica’ della teoria Gender nelle scuole”. Entrambi gli eventi si sono tenuti a Roma in piazza San Giovanni, mentre oggi ci si sposta al Circo Massimo, un luogo più grande e adatto a contenere le centinaia di migliaia di partecipanti che secondo gli organizzatori sono in arrivo nella Capitale da tutta Italia.
L’evento avrà un carattere laico, come non fu nel 2007 quando venne ampiamente appoggiato e sponsorizzato dalla Chiesa cattolica, in particolare dal cardinale vicario di Roma Camillo Ruini, che si mobilitò per fermare il disegno di legge sui “Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi” (i Dico). La situazione sarà ancora diversa da quella dello scorso giugno, quando la Chiesa non si schierò ufficialmente con i manifestanti, benchè Papa Francesco nei giorni che precedettero l’evento invitò le famiglie a “reagire alla colonizzazione ideologica” della teoria del gender. Complice forse anche l’inatteso successo di partecipazione dell’ultimo Family Day, questa volta l’appoggio della Chiesa sembra più determinato rispetto al 2015. Il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco ha definito la manifestazione “condivisibile” e dalle finalità “assolutamente necessarie”, mentre il Papa, davanti ai giudici della Rota romana ha ricordato, non casualmente a pochi giorni dall’evento, che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Di fatto non c’è una linea ufficiale del Vaticano e della CEI: i vescovi sono liberi o meno di aderire, ma alcune Conferenze episcopali regionali (come Liguria, Umbria, Piemonte, Triveneto) si sono ufficialmente schierate a favore del Family Day.
Senza citare né il ddl Cirinnà né il Family Day di oggi, nel comunicato finale, diffuso ieri, del consiglio permanente che si è svolto da lunedì a mercoledì scorsi, la CEI ha spiegato che “l`equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili – con l`introduzione di un`alternativa alla famiglia – è stata affrontata all`interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l`Occidente”. Sta di fatto che gli organizzatori si aspettano comunque un successo (“le adesioni rispetto al 20 giugno 2015 sono triplicate – sostengono – hanno già comunicato l’arrivo circa 3.500 pullman ma se ne aspettano altrettanti. In più treni speciali da tutte le regioni”), contando soprattutto su una numerosa partecipazione dei movimenti cattolici: in primis Cammino Neocatecumenale, Rinnovamento nello Spirito Santo, Comunità Papa Giovanni XXIII, mentre Azione Cattolica e Comunione e Liberazione si sono detti a favore ma senza schierarsi ufficialmente. Attese in piazza anche diverse realtà laiche (Unione dei Giuristi cattolici, gruppi locali di scout, Forum delle Famiglie) e rappresentanti di confessioni religiose non cattoliche (Alleanza evangelica italiana, la più grande associazione di Chiese evangeliche italiane, la Chiesa ortodossa italiana, alcuni imam musulmani).
Diversi politici hanno già annunciato la loro presenza in piazza: il premier Renzi ha lasciato libertà di coscienza e tra gli esponenti del governo ci sarà il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, mentre i ministri dell’Interno Angelino Alfano e della Salute Beatrice Lorenzin non parteciperanno per motivi di opportunità ma si sono detti d’accordo con l’iniziativa. Per le opposizioni al Circo Massimo ci saranno tra gli altri Meloni, Roccella, Quagliariello, Gasparri, Matteoli, Brunetta, Pagano, Lupi e Sacconi. Per il Pd presente Fioroni. Alcuni governatori di Regioni di centro-destra (Veneto, Lombardia e Liguria) manderanno i loro gonfaloni. Al Circo Massimo sarà allestito un palco sul lato corto (lato Bocca della Verità), con tre maxi schermi. L’accesso è consentito dalle 12, l’inizio è previsto per le 14 con l’esecuzione dell’Inno nazionale. Inframmezzati da contributi video e letture di Chesterton, Tolkien e Lewis, si susseguiranno alcuni interventi di ospiti stranieri (confermata la presenza di Jennifer Lahl, la leader americana della battaglia contro l’utero in affitto), esperienze di esponenti di movimenti pro-family stranieri sulle battaglie in corso contro il matrimonio gay ed esperienze di famiglie. Concluderà, per le 16, l’intervento di Gandolfini, che ha anticipato il messaggio che invierà dal palco a Renzi: “Gli elettori del Pd sono profondamete delusi dall’atteggiamento del premier: quello che ho intercettato è che ci saranno numerosi elettori del Pd nella nostra piazza e molti di loro hanno detto che, se Renzi ci farà lo sgarbo di non ascoltarci neanche, a ottobre quando ci sarà il referendum costituzionale sul Senato ce lo ricorderemo”.