Otto miliardi per lo sviluppo, ma la Regione non li spende. Costruttori sul piede di guerra
PATTO PER LA SICILIA Ance: “Inserire nella Legge di Stabilità misure perché siano bandite al più presto tutte le gare d’appalto dei progetti cantierabili”
Il totale dei Fondi di sviluppo e coesione per la Sicilia ammonta a 8 miliardi di euro, ma il “Patto per la Sicilia”, frutto di un difficile lavoro di selezione operato dagli uffici regionali, non riesce ad assorbire più di 3,2 miliardi di quota regionale Fsc e il totale delle opere inserite nell’elenco pluriennale non arriva a richiedere tutti gli 8 miliardi disponibili (si fermerebbe a 5 miliardi). Per questa ragione il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, cogliendo l’occasione della riscrittura del “Patto” ottenuta dalla commissione Bilancio dell’Ars ad opera del governo regionale, ha chiesto un incontro al presidente della commissione, Vincenzo Vinciullo, per presentare un elenco di progetti immediatamente cantierabili da aggiungere al “Patto per la Sicilia” “al fine – ha spiegato Cutrone – di utilizzare in pieno la dotazione finanziaria per la Sicilia. Obiettivo per il quale, in generale nei confronti di Roma e Bruxelles, la politica deve passare dal timore reverenziale di ‘non disturbare il conducente’ ad una maggiore ambizione. Visto che i fondi europei adesso escludono quasi del tutto il finanziamento di infrastrutture, il ‘Patto per la Sicilia’ è l’ultima carta che resta da giocare per i prossimi anni”.
Durante l’audizione Cutrone intende chiedere inoltre alla commissione “di inserire nella Legge di Stabilità misure perché siano bandite al più presto tutte le gare d’appalto dei progetti cantierabili, il cui valore stimato dall’Ance Sicilia è di 3,7 miliardi di euro, e di razionalizzare le risorse per potenziare l’attività degli Uffici regionali gare e velocizzare le procedure di aggiudicazione degli appalti”. Il monitoraggio dell’Ance Sicilia ha riscontrato che su 307 gare d’appalto bandite nel 2014 per un importo di 356,4 milioni di euro, al 31 ottobre scorso non si aveva più notizia di 155 incanti per 179 milioni; di questi, 33 sono di competenza degli Urega per un importo di 103 milioni di euro, a fronte di 122 gare di competenza degli enti locali per 76 milioni. Relativamente agli importi, negli Urega ad un anno di distanza dall’indizione delle aste si è bloccato più del 50% del budget offerto al mercato nel 2014.
“Le imprese che partecipano alle gare sono soffocate – denuncia Cutrone – perché per ogni bando devono stipulare polizze provvisorie: tenere tanti incanti bloccati così a lungo fa sì che le aziende abbiano impegnato tutti i castelletti assicurativi e non possano più partecipare ad altre aste”. Alla lentezza delle stazioni appaltanti nelle aggiudicazioni, rileva ancora l’Ance Sicilia, si somma l’ulteriore crollo dei nuovi bandi di gara pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana nel 2015: sono stati 220 contro i 307 del 2014 (-28,34%) per un importo di 275,7 milioni contro i 356,4 milioni del 2014 (-22,64%). La flessione totale del settore, dal 2007 al 2015, è stata di -71,93% per importi di lavori e di -75,20% per numero di bandi.