La Corea del Nord non s’arrende, pronta a lanciare altri razzi

La Corea del Nord non s’arrende, pronta a lanciare altri razzi
8 febbraio 2016

di Enzo Marino

La Corea del Nord dira dritto in barba alla comunità internazionale. Dopo il lancio di ieri di un razzo a lunga gittata non intende fermarsi e continuerà a lanciare altri missili per l’immissione in orbita di satelliti: a confermare che la sfida alla Comunità internazionale di Pyongyang vedrà nuove puntate è l’ambasciata nordcoreana a Mosca. La Russia è in buoni rapporti con il Paese di Kim Jong-un, ma si è mostrata critica nei confronti delle ultime mosse dell’alleato e ieri ha espresso la propria preoccupazione. L’ambasciata nella capitale russa, riferisce Interfax, ha emesso una nota in cui si dichiara che “l’Amministrazione Nazionale per lo Sviluppo Aerospaziale lancerà in cielo altri satelliti artificiali Juche”, invocando le priorità di ricerca scientifica e tecnologica del Paese . Nel comunicato viene confermato che il razzo a lunga gittata Kwanmenson è stato lanciato il 7 febbraio alle ore 9 locali. “Il satellite Kwanmenson-4 è entrato in orbita 9 minuti e 47 secondi”, precisa la nota. Infatti, ieri la Corea del Nord ha lanciato un razzo per la messa in orbita di un satellite, in un nuovo sviluppo della sfida alla Comunità internazionale, dopo il quarto test nucleare effettuato da Pyongyang lo scorso 6 gennaio. Immediate le condanne, in particolare da parte dell’amministrazione statunitense e dai preoccupati Paesi della regione. Washington ha parlato di un’azione “destabilizzante e provocatoria” e il segretario di Stato Usa ha stigmatizzato una “flagrante violazione” delle risoluzioni Onu, mentre per il premier giapponese Shinzo Abe si tratta di un atto “assolutamente intollerabile”. Per  il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni “il lancio di un missile a lungo raggio costituisce l’ennesima provocazione da parte della Corea del Nord, che a solo un mese di distanza da un test nucleare è tornata a violare apertamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, mettendo ancora una volta a rischio la pace e la sicurezza internazionali e regionali”.

A New York ieri è stato convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’Onu: il lancio nordcoreano viola varie risoluzioni delle Nazioni Unite e il segretario generale Ban Ki-moon ha “profondamente deplorato” il nuovo passo da parte nordcoreana. l Consiglio di sicurezza si è impegnato ad “adottare rapidamente una nuova risoluzione”, in cantiere da diverse settimane, per aumentare le sanzioni contro Pyongyang in risposta al lancio di ieri del missile e dell’ultimo test nucleare compiuto dalla Corea del Nord il 6 gennaio. “I membri del Consiglio di Sicurezza adotteranno rapidamente una nuova risoluzione che impone passi significativi in risposta a queste violazioni pericolose e gravi” di precedenti risoluzioni Onu. La dichiarazione adottata dal Consiglio Onu afferma che il lancio, presentato da Pyongyang come quello di un satellite, ha utilizzato “la tecnologia dei missili balistici” e quindi “contribuisce allo sviluppo da parte della Corea del Nord di sistemi di lancio di armi nucleari”, ovvero di missili intercontinentali con testata nucleare capaci di raggiungere gli Stati uniti. “Questa è chiaramente una minaccia contro la pace e la sicurezza internazionale”, si aggiunge nella dichiarazione.

La presidente della Corea del Sud, Park Geun-Huye, ha reclamato “misure punitive forti”. Anche Mosca – tradizionale sostenitore della Corea del Nord – ha condannato, seppur con toni molto più contenuti. La Corea del Nord mostra una preoccupante mancanza di rispetto della legge internazionale e “il corso scelto da Pyongyang non può non essere oggetto di una netta critica”, ha messo nero su bianco il ministero russo degli Esteri, esortando la Corea del Nord a riflettere sul fatto che la “contrapposizione all’intera Comunità internazionale non risponde agli interessi stessi del Paese e sottolineando un “grande danno” alla sicurezza regionale. A indiretta conferma dei timori russi che la sfida nordcoreana si traduca in un rafforzamento della presenza americana nell’area, responsabili sudcoreani e statunitensi della Difesa hanno annunciato la decisione di avviare colloqui ufficiali per il dispiegamento nella penisola coreana di un sistema di difesa antimissile statunitense, con l’obiettivo di fronteggiare la minaccia nordcoreana. Un progetto a cui la Cina si oppone fermamente e che ora sembra destinato a prendere quota. “E’ stato deciso di avviare ufficialmente colloqui sulla possibilità di dispiegare in Corea del Sud il sistema THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) nel quadro degli sforzi per rafforzare la difesa antimissile dell’alleanza Corea del Sud/Statu Uniti”, ha detto Ryu Je-Seung, alto funzionario del ministero sud-coreano della Difesa, dopo la notizia del lancio nordcoreano.  (con fonte afp)

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