La Libia, Obama e Mattarella
di Sarina Biraghi *
Sulla Libia “la cooperazione transatlantica è decisiva per risolvere drammatici problemi e per ripristinare la stabilità e la sicurezza”. Ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro con Barack Obama nello Studio Ovale alla Casa Bianca. Una cooperazione che appare sempre più necessaria, ancor più che dar fuoco alle polveri, viste le ultime notizie dal Paese nordafricano teatro di una lunga crisi politica e terreno di conquista per gruppi jihadisti, tra i quali, soprattutto, lo Stato islamico. Non è un momento buono per il presidente Usa molto contestato nella campagna elettorale dei repubblicani proprio per le scelte nel Mediterraneo e in medioriente, ma la Libia post Gheddafi ormai sembra diventata una bomba ad orologeria per il cui disinnesco Obama chiede all’Italia di fare qualcosa di più per sconfiggere l’Isis. Sono di domenica gli ultimi 4 morti, tra cui un bambino di 10 anni, provocati dal bombardamento di un “velivolo non identificato” che ha colpito un ospedale a Derna, roccaforte islamista nella zona orientale della Libia. Non è la prima volta che accade: nei mesi scorsi, più volte Egitto ed Emirati arabi uniti erano stati accusati da funzionari dell’intelligence occidentale di aver condotto tali operazioni. Ma nel Paese, da sempre “amico” dell’Italia, quel che preoccupa di più è l’instabilità politica. È ancora in alto mare, infatti, la formazione del governo di unità nazionale che un mese fa sembrava cosa fatta.Il premier designato Fayez el-Sarraj ha chiesto un ulteriore rinvio di almeno una settimana per fornire i nomi dei ministri del nuovo esecutivo, dopo che il precedente, formato da 32 nomi, era stato bocciato dal Parlamento di Tobruk, internazionalmente riconosciuto. Per questo dall’incontro a Washington tra Obama e Mattarella dovrà uscire una linea comune e condivisa per la lotta a Daesh (come ama chiamare l’Isis il nostro ministro degli Esteri Gentiloni) perché come ha detto il presidente Usa “la cooperazione transatlantica è decisiva per risolvere drammatici problemi e per ripristinare la stabilità e la sicurezza”. Per farlo l’Italia vorrebbe un ruolo leader come fu nei Balcani tenendo insieme la messa in sicurezza del territorio e la ricostruzione giuridica e materiale del Paese. Obama pensa più ad un’azione militare soprattutto nell’area occupata dal Califfato, tra tra la Siria e l’Iraq, tanto da chiedere all’Italia di partecipare ai bombardamenti. Ma il nostro Paese non ci sta. L’Italia è pronta per una missione Onu concordata con il governo libico. Quando ci sarà. Epperò, il tempo stringe. *Condirettore de Il Tempo