di Enzo Marino
Lunedì nero per Rosario Crocetta. In sede di Bilancio di previsione 2016-2018 (manovra da 24 miliardi), la sua maggioranza è stata battuta in parlamento per ben sei volte in meno di tre ore. Tra i banchi del governo spicca l’assenza del governatore Crocetta, che oramai sembra non far più notizia. Questa volta, il presidente della Regione ha evitato di incassare in trincea una sonora sconfitta. La strada del voto segreto su ogni emendamento perseguita dalle opposizioni, soprattutto da M5s e Mpa, ha mandato in frantumi la maggioranza fin dalle prime battute in aula, dove tra l’altro mancava una trentina di parlamentari, gran parte dei quali proprio tra le fila dei gruppi che sulla carta sostengono la giunta. Messaggi politici inequivocabili, frutto delle spaccature interne al Pd e all’Udc, nonostante il vertice di coalizione riunito da Crocetta tre giorni fa e che evidentemente non è servito a nulla. Agli assessori presenti in Aula, non hanno potuto che prendere atto della débâcle parlamentare. Già dall’inizio dei lavori per la maggioranza non tira buona aria. Le assenze di alcuni colleghi facevano tremare il Pd e l’Udc, i due maggiori azionisti del governo. E così parte la prima richiesta di ritirata attraverso il capogruppo del Pd, Alice Anselmo: “Signor presidente chiedo di rinviare l’aula a domani”. Le opposizioni saltano in aria. Al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, non resta che sospendere l’Aula. E’ l’inizio di una lunga serie. Prima lo ‘sgarbo’ dell’Aula che ha tagliato i viaggi del governatore, facendo passare l’emendamento al bilancio regionale presentato dai deputati dell’Mpa che prevede una decurtazione di 24.000 euro per i viaggi del presidente della Regione; lo stesso budget e’ stato destinato a servizi di pulizie su un altro capitolo. Poi e’ la volta di un’altra norma degli autonomisti che taglia 40 mila euro dalle spese per utenze e sposta lo stesso budget per il restauro del materiale bibliografico e di pregio.
Di seguito la bocciatura dell’emendamento dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei che prevedeva l’aumento di 12.000 euro per le spese di funzionamento e per viaggi istituzionali dell’assessore alle Attivita’ produttive e vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello. Una Caporetto. Altra richiesta di ritirata. Questa volta tocca aMimmo Turano (Udc) a risuonare la musica della Anselmo: rinviamo l’aula a domani. Altra bocciatura dell’Aula. Altra sospensione. Si ritorna sulla scena, complice ancora il voto segreto, il governo Crocetta va sotto per la quarta e quinta volta. Bocciate altre due norme tecniche che spostavano e riclassificavano capitoli di spesa degli assessorati Famiglia e Funzione pubblica. Nuova sospensione, di un’ora questa volta, con le minoranze che parlano di “disastro di Crocetta” e il Movimento cinque stelle che urla ai numerosi assenteisti della maggioranza: “Venite in Aula, vergognatevi”. E si riprende con lo stesso copione. Il governo Crocetta subito incassa il sesto ko su un emendamento firmato dal M5S e che riguarda il taglio di un milione di euro al trattamento economico dei dirigenti regionali. La somma sarà destinata all’esecuzione di opere pubbliche nei porti. Siamo alle ultime scene. In aula manca il numero legale su un emendamento firmato dal M5S che prevedeva il taglio di mezzo milione di euro per i dirigenti regionali, a favore della manutenzione di porti. Verifica: il numero legale non c’è. Rinviato tutto a domani pomeriggio.
FORZA ITALIA Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, parla di “una scena da teatro dell’assurdo che non fa di certo onore ai partiti che all’Assemblea regionale siciliana sostengono il governo Crocetta. Dopo essere andata sotto per ben sette volte, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale ed è andata biecamente in ritirata. Una maggioranza che non esiste, per un governo giunto da tempo al game over”.
M5S “Quella di oggi è stata una seduta che ha visto andare spesso sotto il governo e la maggioranza, a dimostrazione che sono ormai alla frutta”. Così i deputati all’Ars del M5S commentano la debacle di governo e maggioranza a Sala d’Ercole. ”Non potendo contare sui numeri – aggiungono – la maggioranza si affida a mezzucci e tattiche dilatorie facendo venire meno il numero legale, nella speranza di trovare una quadra sempre più difficile al suo interno. E’ ormai il trionfo della confusione e dell’approssimazione, con il governo che ritira i suoi stessi emendamenti. La cosa terribile è che a pagare il prezzo di tutto saranno, come al solito, i siciliani”.