Crocetta, salvare Riscossione Sicilia o finiamo in mani Equitalia. Norma accantonata

“Siamo in condizioni di rimettere in pari Riscossione Sicilia. Non possiamo affidare il servizio a Equitalia che ci scaricherebbe dipendenti e debiti, non dandoci certezze sui tempi legati alle risorse e ai tributi incassati. Sarebbe un’operazione per nulla indolore”. Lo ha ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta intervenendo all’Ars durante l’esame della finanziaria. Il governatore ha chiesto e ottenuto l’accantonamento della norma che rischiava di essere impallinata: assegnava 17 milioni e 900 mila euro destinati al pagamento degli stipendi dei dipendenti della societa’ che ogni anno provoca perdite per circa 20 milioni. Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone aveva sottolineato come “la societa’ di riscossione sia un carrozzone che perde 33 mila euro al giorno” e che per questo non puo’ essere ricapitalizzato. Le sorti della societa’, nelle scorse settimane, sono state al centro di un duello tra il presidente Antonio Fiumefreddo e settori della deputazione regionale, in una sorta di ‘guerra delle tasse’ condotta a colpi di accuse, denunce e querele.

Per Crocetta le cause che hanno portato alle ingenti perdite sono da ricercare in un mutuo contratto con tassi di interesse capestro con Montepaschi. “Ho denunciato alla procura – ha detto Crocetta – una situazione insostenibile, con tassi di interesse di 15 milioni di euro l’anno. Basta rinegoziare con lo Stato e con Montepaschi il mutuo acceso per pagare la gestione di Riscossione Sicilia e rivedere le regole sul personale: sono certo che siamo in condizioni di mettere in pari la societa”. E ancora: “Mi chiedo quanto spendiamo per i Pip, e non ci fruttano certo 480 milioni di euro l’anno…”, ha aggiunto provocatoriamente, “una doppia morale inaccettabile. Creeremmo un danno irrimediabile vanificando il lavoro che stiamo facendo con il governo nazionale. Non diamo soldi in piu’ per ricapitalizzare, solo copriamo un debito che la Regione ha con la societa’ e attraverso questo denaro la societa’ dovra’ da sola ricapitalizzarsi”.

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