di Sarina Biraghi*
Il motto migliore per lui sarebbe “Il pericolo è il mio mestiere”. Donald Trump, considerato fino a poche settimane fa un “joke”, un’assurdità, continua la sua corsa alla nomination del partito repubblicano tra gaffe, provocazioni e pubblicità. L’ultima, a 2 giorni dal voto del Super Tuesday, è la frase di Mussolini “Meglio vivere un giorno da leone che 100 giorni da pecora”. Subito ripresa dall’account “ilduce2016”, profilo che sul social network si identifica con una foto taroccata del duce con l’inconfondibile capigliatura bionda di Trump. “Sapevo di citare Mussolini, ma è una bella citazione – ha detto il magnate in un’intervista – Che differenza fa se è Mussolini o un altro? È una citazione interessante”. E quando gli hanno chiesto se desideri essere associato a un fascista, ha risposto: “Voglio essere associato a belle citazioni”. Dal muro anti islamici all’attacco al Papa, Trump non evita di finire nell’occhio del ciclone mentre l’establishment repubblicano cerca di scongiurare quel risultato che nessuno, nel Gop, avrebbe mai potuto immaginare: la vittoria del tycoon di New York alle primarie. *Condirettore de Il Tempo