Ad un mese dal voto del Consiglio generale, Alberto Vacchi (foto) e Vincenzo Boccia staccano i rivali Aurelio Regina e Marco Bonometti nella corsa alla presidenza di Confindustria. Stando alle dichiarazioni ufficiali di consenso, da parte di associazioni e territoriali, quello che emerge è il testa a testa tra l’imprenditore bolognese a capo dell’Ima e il salernitano ex numero uno della Piccola Industria. Le diplomazie sono al lavoro per costruire alleanze: l’eventuale passo indietro da parte dei candidati che sembrano meno favoriti potrebbe, infatti, spostare cospicui pacchetti di voti assicurando in cambio una vicepresidenza di peso o un incarico di prestigio. Ma il voto segreto dei 198 membri del Parlamentino, fissato per il 31 marzo, non esclude sorprese come la storia confindustriale insegna. Nell’ultima elezione, Giorgio Squinzi vinse per soli 11 voti sul rivale Alberto Bombassei, nonostante i rumors lo dessero favorito con un numero decisamente più alto di consensi. Il segreto dell’urna, dunque, potrebbe indurre gli industriali – fanno notare fonti ben informate – a ribaltare i pronostici. Il 17 marzo i candidati dovranno presentare il proprio programma al Consiglio generale e, prima di quella data, il quadro dovrebbe farsi più chiaro. Ad oggi, comunque, Vacchi può contare sul sostegno di Assolombarda, dell’Emilia Romagna, di Ucima, delle territoriali di Bergamo e Varese. Tra gli endorsement spiccano quello del bergamasco Bombassei e di Sergio Dompè, capo dell`omonimo gruppo farmaceutico e rappresentante di Farmindustria al Consiglio generale. Federmeccanica non ha ancora alzato il sipario sul nome del proprio candidato ma ha chiesto che la guida degli industriali venga affidata ad un imprenditore del settore metalmeccanico, come Vacchi o Bonometti.
A Boccia(foto), amministratore delegato della Arti Grafiche Boccia, vanno i consensi della Piccola Industria, dei Giovani Imprenditori, di Unindustria Calabria, degli imprenditori pugliesi e di Confindustria Basilicata. Secondo i rumors potrebbe contare anche sui consensi delle altre regioni meridionali e di alcune territoriali del Centro e del Nord. A favore di Regina, presidente di Manifatture Sigaro Toscano, si sono schierati ufficialmente gli industriali del Lazio. Federacciai e Federdistribuzione dovrebbero sostenerlo così come alcuni imprenditori del Nord. Bonometti può far leva sui voti degli industriali di Brescia e, stando ai rumors, del past president Antonio D’Amato e di buona parte della Campania. Sicuramente decisivo, nella partita per la presidenza, sarà l’orientamento dei 33 elettori del Triveneto. Gli industriali di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige si sono riuniti a Padova per incontrare i quattro candidati in corsa ma non hanno raggiunto una posizione comune. I veneti appaiono divisi. “L’unità della candidatura non la vedo un valore assoluto – ha detto il vicepresidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro – le divergenze possono anche non essere negative. L’unitarietà sarebbe importante ma non e indispensabile”. E il numero uno degli industriali veneti, Roberto Zuccato, ha voluto precisare: “Non stiamo barattando una vicepresidenza, cerchiamo una posizione comune come Triveneto all’interno della quale proporre una lista di quattro, cinque persone più adatte in termini di esperienza e competenze”. Nel frattempo i tre saggi, Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini, che hanno imposto il silenzio stampa ai quattro candidati, proseguono le consultazioni con la base. II 3 marzo saranno a Torino, il 7 a Napoli, l’8 di nuovo a Milano, il 9 a Verona.