Non ci sarebbe la mafia dietro il duplice omicidio avvenuto ieri mattina nel quartiere Falsomiele di Palermo. Nella notte infatti gli uomini della Squadra Mobile hanno fermato una coppia di coniugi residenti poco distante dal luogo dell’omicidio. A far stringere il cerchio attorno ai due, che già da ieri pomeriggio erano stati condotti negli uffici della Mobile con pesanti sospetti, sono state le immagini di videosorveglianza della zona in cui è avvenuto il duplice omicidio. Nei video, in particolare, si vedrebbe l’auto della coppia passare sul luogo del delitto, per farvi ritorno pochi minuti dopo. Inoltre, a contribuire al quadro d’accusa contro i due, c’è anche il racconto di un testimone. Non sarebbe stata dunque “Cosa nostra” ad armare i killer che ieri mattina hanno freddato a colpi di pistola Vicenzo Bontà, genero del boss Giovanni Bontade, e Giuseppe Vela, factotum di Bontà. I due coniugi finiti in manette, che hanno sempre respinto l’accusa, hanno 52 e 45 anni, oltre alla passione per le armi. Ma cosa può aver spinto la coppia a compiere quella che è apparsa come una vera e propria esecuzione? Le piste seguite dagli inquirenti sono diverse. Tra queste quella legata a ragioni di vicinato, dal momento che i terreni della vittima confinavano con quelli dei presunti assassini.