Forestali condannati per mafia pagati per anni dalla Regione. Altri gravati da una interdizione dai pubblici uffici o da condanne per incendi boschivi. Avrebbero meritato da un pezzo di essere messi alla porta e invece per anni hanno guadagnato sulle spalle di mamma Regione. Non sono molti, al momento, ma fanno rumore, anche perche’, avverte il governatore siciliano Rosario Crocetta, “e’ solo l’inizio”. Sono sessantasei, secondo un primissimo elenco, i forestali su circa 24.000 che avrebbero dovuto ricevere da tempo una ‘lettera di espulsione’ dai ranghi. Ma non e’ mai arrivata a destinazione, ne’ e’ stata spedita. Almeno finora. Adesso che sono stati passati ai raggi x elenchi e casellari giudiziari, isolando le ‘mele marce’, Rosario Crocetta ha dato quarantottore di tempo ai superburocrati per cacciarli via, oppure potrebbero essere disarcionati loro dalle remuneratissime poltrone di comando.
Sessantasei, dunque, i forestali per i quali nell’immediato e’ stata prevista l’esclusione dagli elenchi: 42 per reati gravi e ulteriori 24 per l’aggravante del 416 bis. Si tratta di un primo provvedimento “gia’ comunicato agli uffici provinciali di Palermo, Catania, Enna e Caltanissetta”, ha detto Crocetta, che ha parlato di “nomi eclatanti: ci sono dei Bagarella, dei Brusca, dei Campanella”. Nessuno spazio d’ora in poi, ha scandito il governatore, “per chi e’ stato interdetto dai pubblici uffici. Inizia una nuova stagione, si traccia un linea, un solco con il passato. E’ un provvedimento esemplare che segna una fase da cui non si puo’ tornare indietro”. Ha detto che ci sono voluti diciotto mesi per avere gli elenchi, troppi, ha fatto capire. E ora “entro 48 ore si deve adempiere a queste risoluzioni”, mandando via gli ‘indegni’, altrimenti interverra’ “in via sostitutiva, sanzionando fino al licenziamento anche i dirigenti inadempienti”. E poi “molti, centinaia, fra i forestali, sono i condannati per incendi dolosi: anche la loro permanenza e’ irragionevole. Cosi’ come ci siamo imbattuti in casi di violenza, reati associativi di droga, tratta di uomini”. I risparmi ottenuti espellendo chi non puo’ restare, “saranno utilizzati per un fondo a beneficio dei disoccupati”. Perche’ non ci si ferma qua: il monitoraggio e la scure interesseranno pure le partecipate, i bacini dei precari e gli stessi dipendenti regionali, “fino ai livelli piu’ alti della pubblica amministrazione”. Nessuno sconto: “I dirigenti potranno dire che e’ colpa di quel ‘cornuto’ di Crocetta, ma il segnale deve essere chiarissimo, non esistono mammasantissima intoccabili. Tutti sono sottoposti alle leggi, alle regole e ai nuovi durissimi provvedimenti”.
Dal monitoraggio condotto dalla Regione siciliana, che ha incrociato i casellari giudiziari e i carichi pendenti dei circa 25 mila addetti alla forestale, è emerso che 3 mila 200 addetti inseriti negli elenchi della forestale risulterebbero “incompatibili con incarichi nella pubblica amministrazione”. La fuoriuscita di questo personale dal comparto, secondo prime proiezioni, comporterebbe un risparmio per la Regione di circa 25 milioni di euro, che il governo Crocetta intende destinare a un fondo per finanziare misure a sostegno del reddito di cittadinanza. “Facendo un’analisi serrata e attenta, sono rammaricato per il fatto che non siano mai stati fatti questi controlli” ha detto ancora Crocetta secondo il quale l’amministrazione ha già deciso di escluderne 66 come detto: 42 hanno riportato condanne per reati gravi; mentre 22 sono stati condannati per associazione mafiosa (416 bis)”. “Un caso, che mi ha fatto rabbrividire – ha detto Crocetta – riguarda un soggetto che aveva riportato condanne per spaccio di stupefacenti, tratta di schiavi, riduzione in schiavitù, violenza e stupro nei confronti di soggetti minori di 14 anni”. “Chi non può lavorare nella pubblica amministrazione per sentenza perché mafiosi o interdetti dai pubblici uffici – ha osservato – non deve lavorare”.
Infine, il governatore ha annunciato che “la Regione intende recepire il nuovo codice degli appalti; non c’è motivo di avere una norma particolare su questo, né una norma sollecitata da persone vicine a Matteo Messina Denaro”. E avverte l’Ars: “E’ chiaro che un legislatore prudente interpreta persino l’onorabilità della Sicilia cancella questa norma (attualmente in vigore, ndr) per recepire la legge nazionale”.