Cronaca

Rivelati 22mila adepti dello Stato islamico. Ecco le schede delle reclute

Oltre 22 mila schede di jihadisti dello Stato islamico (Isis) provenienti da 51 Paesi. È il database che fornisce ai servizi dell’intelligence di tutto il mondo nome, nazionalità, data di nascita, “garante”, numeri di telefono dei famigliari e molti altri dettagli sull’identità delle nuove reclute. Tecnicamente, sono tutti foreign fighters, non reclutati direttamente in Siria Tra loro anche occidentali. Tutti si sono uniti al Califfato entrando in Siria attraverso valichi della frontiera turca. Askanews ha visionato i documenti, scritti in arabo e con il logo del Califfato, che sono stati pubblicati dal sito di opposizione siriana “Zaman al-Wasl”: tra questi anche un database di 122 nomi di reclute che dichiarano di voler diventare “martiri”, ovvero di morire come kamikaze. Esperti internazionali hanno messo in dubbio l’autenticità dei documenti, citando “errori grammaticali” e “formulazioni dubbie”, mentre li ritiene credibili l’intelligence tedesca, che ha visionato le schede.

QUESTIONARIO I documenti, che sarebbero stati portati fuori dalla Siria da un disertore, contengono anche il questionario che il ministero per la migrazione del Califfato sottopone alle sue reclute. Tra le 23 caselle, oltre il nome, le date e il luogo di nascita, sono inseriti anche il numero di telefono di un familiare, il gruppo sanguigno e il livello di formazione scolastica oltre a quello della conoscenza della Sharia.

SCHEDE DI 1.736 RECLUTE Da una prima analisi di 1.736 schede pubblicata dal sito siriano che omette nomi e numeri di telefono, emerge che i jihadisti provengono da 51 Paesi: per il 72% sono arabi, solo l`1,7 è siriano e 1,2% iracheno. La bassa percentuale di iracheni e siriani è forse da attribuire al fatto che le schede si riferiscono a reclute entrate dalla Turchia e non includono coloro che si sono uniti al califfato nei loro Paesi.

Ad occupare il primo posto sono i sauditi con 485 reclute, seguiti da tunisini (375), marocchini (140) e egiziani (101).
Insomma più di un quarto dei 1.700 miliziani è di origine saudita. Tra i combattenti stranieri, in testa i turchi con 57 reclute, secondi i francesi con 35. I documenti portano date di ingresso sino all’agosto 2015. Tra le reclute anche palestinesi persiani e americani. Il sito non pubblica le schede di altri 126 combattenti di “diverse nazionalità” ma sembra che tra loro non ci siano nomi di italiani.

DATABASE DI 122 ASPIRANTI KAMIKAZE Il sito Zaman al-Wasl ha pubblicato anche un database di 122 nomi che apparterrebbero ai martiri del Califfato. Dalle analisi dei file, le date di nascita degli aspiranti kamikaze risultano, per la maggior parte di giovani, nati tra il 1988 e il 1990.

PER INTELLIGENCE TEDESCA, DOCUMENTI AUTENTICI I documenti attribuiti “sono molto probabilmente autentici”, ha reso noto la polizia tedesca, dopo che alcuni analisti avevano espresso dei dubbi sulla natura del loro contenuto. Anche per il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière – competente anche per i servizi – che ha confermato l`autenticità i documenti possono “svelare la struttura dell`organizzazione terroristica”.

I DUBBI DEGLI ESPERTI Tuttavia, diversi esperti contattati da France Presse hanno osservato che alcuni dei documenti pubblicati rivelano incongruenze. Le principali riserve: il nome arabo dello “Stato Islamico dell’Iraq e della Siria” viene scritto in due diversi modi; nella casella sui morti si usa il termine “data e luogo dell’uccisione”, diversamente della fraseologia jihadista di “martire”.

Romain Caillet, esperto di movimenti jihadisti, ha notato anche la presenza di un logo circolare che non è mai stato utilizzato nei documenti dell’organizzazione. Il giornalista ed esperto di jihadismo Wassim Nasr ritiene su Twitter che “forse qualche informazione è vera” ed aggiunge che probabilmente “il layout è stato studiato per vendere queste informazioni ad un prezzo elevato a diversi clienti”. Secondo Dalia Ghanem-Yazbeck, ricercatore presso il Centro Carnegie per il Medio Oriente di Beirut, queste carte “appaiono meno sofisticate” di documenti resi pubblici in passato. Ma gli errori grammaticali e altre stranezze trovate possono essere spiegati con il fatto che “risalgono alla fine del 2013, quando l’Isis ha cominciato a stabilire il suo Stato” e la sua burocrazia.

I NOMI ECCLLENTI Tra i nomi contenuti nel database, quello di Abdel Bary, rapper 26enne di Londra conosciuto da tutti come il boia Jihadi John. E ancora quello di jihadisti uccisi nei mesi scorsi da raid di droni occidentali. Come Reyyad Khan, di Cardiff, eliminato dalla Raf nell`agosto scorso; e il 21enne Junaid Hussain, hacker di Birmingham ritenuto responsabile del servizio informazioni e reclutamento dell’Isis in Siria.

 

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