Ci sono nomi che decisamente ti aspetti come il presidente americano Barack Obama, Papa Francesco, il ceo della Apple Tim Cook e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, ma ci sono anche tanti nomi che sorprendono tra le 100 persone più influenti al mondo secondo la lista stilata dal settimanale americano Time. A cominciare da quello della scrittrice Elena Ferrante la cui indentità misteriosa ha contribuito a far crescere l’interesse e l’attenzione nei suoi confronti. La lista del Time include le personalità che grazie alle loro azioni sono in grado di lasciare un segno e diventano un modello per il pubblico. Tra i leader politici anche Hillary Clinton, Angela Merkel e Donald Trump; nella categoria artisti il regista Alejandro Gonz lez I rritu e l’attrice Charlize Theron, mentre DiCaprio figura fra le “icone” per il suo grande impegno a favore dell’ambiente insieme alla cantante Adele e il pilota di Formula Uno Lewis Hamilton.
CHI E’ Da Wikipedia: Elena Ferrante è lo pseudonimo di una scrittrice o scrittore (c’è infatti chi crede che dietro la sua penna possa nascondersi addirittura un uomo, tra i nomi papabili emergono quelli diDomenico StarnoneeGoffredo Fofi) di cui si ignora la vera identità. Di lei si sa solo che sarebbe nata aNapoli, città che avrebbe abbandonato presto per vivere all’estero, inGrecia. Qualcosa in più sul suo conto possiamo ipotizzarlo basandoci sulle storie delle protagoniste dei suoi romanzi e assumendo che queste siano tratte da episodi a lei realmente accaduti. Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, edito nel 1992, vincitore del premio Procida Isola di Arturo-Elsa Morante, del premio Oplonti d’argento e selezionato al Premio Stregae al premio Artemisia, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone, in concorso al 48º Festival di Cannes. Dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, edito nel 2002 e finalista al Premio Viareggio, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza, in concorso alla 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel volume La frantumaglia, edito nel 2003, racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 viene pubblicato il romanzo La figlia oscura, da cui nel 2007 la scrittrice ha tratto spunto per il racconto per bambini La spiaggia di notte. Nel 2011 è stato pubblicato il primo volume del ciclo L’amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta e nel 2014 dal quarto e conclusivo Storia della bambina perduta. Nel 2012 le Edizioni e/o hanno riunito i primi tre romanzi della scrittrice (L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura), accomunati dal tema di un amore negativo, traumatico e destabilizzante, in un unico volume, Cronache del mal d’amore. Nel novembre 2014 è stata inserita in una lista dei cento pensatori più influenti dalla rivista Foreign Policy per la categoria chronicler.
L’ANONIMATO Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è a oggi una scrittrice apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero (in particolare in America, dove quattro suoi romanzi hanno trovato il favore del pubblico sotto la traduzione di Ann Goldstein, grazie alla casa editrice Europa Editions) e ha raccolto critiche più che positive oltreoceano da giornali prestigiosi, tra i quali anche il New Yorker. La frantumaglia è un volume nato per soddisfare la curiosità del pubblico nei confronti dell’anonima scrittrice, in esso sono raccolte le lettere dell’autrice al suo editore, le poche interviste da lei rilasciate e le sue corrispondenze con lettori d’eccezione. Sua funzione principale è far comprendere al lettore i motivi che spingono l’autrice a rimanere nell’oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio un po’ nevrotico di intangibilità, di mantenere una certa distanza e non prestarsi ai giochi giornalistici che tipicamente spingono gli scrittori a mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è fermamente convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell’autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo.