Ci sono nomi che decisamente ti aspetti come il presidente americano Barack Obama, Papa Francesco, il ceo della Apple Tim Cook e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, ma ci sono anche tanti nomi che sorprendono tra le 100 persone più influenti al mondo secondo la lista stilata dal settimanale americano Time. A cominciare da quello della scrittrice Elena Ferrante la cui indentità misteriosa ha contribuito a far crescere l’interesse e l’attenzione nei suoi confronti. La lista del Time include le personalità che grazie alle loro azioni sono in grado di lasciare un segno e diventano un modello per il pubblico. Tra i leader politici anche Hillary Clinton, Angela Merkel e Donald Trump; nella categoria artisti il regista Alejandro Gonz lez I rritu e l’attrice Charlize Theron, mentre DiCaprio figura fra le “icone” per il suo grande impegno a favore dell’ambiente insieme alla cantante Adele e il pilota di Formula Uno Lewis Hamilton.
L’ANONIMATO Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è a oggi una scrittrice apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero (in particolare in America, dove quattro suoi romanzi hanno trovato il favore del pubblico sotto la traduzione di Ann Goldstein, grazie alla casa editrice Europa Editions) e ha raccolto critiche più che positive oltreoceano da giornali prestigiosi, tra i quali anche il New Yorker. La frantumaglia è un volume nato per soddisfare la curiosità del pubblico nei confronti dell’anonima scrittrice, in esso sono raccolte le lettere dell’autrice al suo editore, le poche interviste da lei rilasciate e le sue corrispondenze con lettori d’eccezione. Sua funzione principale è far comprendere al lettore i motivi che spingono l’autrice a rimanere nell’oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio un po’ nevrotico di intangibilità, di mantenere una certa distanza e non prestarsi ai giochi giornalistici che tipicamente spingono gli scrittori a mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è fermamente convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell’autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo.