Silvio Berlusconi non ci sta. Non ci sta ad essere dipinto come un uomo sul viale del tramonto. Alla guida di un partito, Forza italia, destinato a scomparire col passare dei giorni. Non ci sta e, per questo, prende carta e penna e scrive una lunga lettera a Il Giornale. Una lettera che è un messaggio agli elettori ma, soprattutto, è un messaggio agli alleati (ex?) Giorgia Meloni e Matteo Salvini che proprio oggi, sulle pagine del Corriere della Sera, si scagliano contro la decisione del Cavaliere di continuare a puntare su Guido Bertolaso come candidato sindaco del centrodestra a Roma.
E proprio da qui Berlusconi parte per spiegare cosa gli passa per la testa. “Siamo convinti – scrive -che Guido sia un uomo del fare e possa essere il migliore sindaco per Roma. A noi interessa offrire ai romani, come ai cittadini di ogni città in cui si vota, il miglior sindaco possibile in grado di risolvere i problemi delle singole città, e quelli di Roma sono così gravi da far tremare chiunque. Tutto il resto, gli equilibri del centro-destra, la corsa a una leadership che non è affatto all’ ordine del giorno, l’ obiettivo di battere Renzi, vengono dopo, molto dopo”. A questo punto il leader di Forza italia passa al contrattacco: “Forza Italia non è la destra. Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt’Europa. Con la destra siamo alleati da 20 anni, abbiamo governato insieme e sono certo che governeremo insieme anche in futuro. Ma il centro-destra ha vinto, è stato la maggioranza in Italia, quando ha saputo parlare con il nostro linguaggio agli italiani che cercano soluzioni e che chiedono la massima professionalità ai politici”.
Tradotto: senza Forza Italia nessuna coalizione può pensare di vincere. Certo, il momento non è semplice, Berlusconi riconosce l’emorragia di voti, ma ha una spiegazione per il fatto che “questi italiani si sono ritirati nell’astensionismo”: “Al leader del centro-destra è stata interdetta l’agibilità politica usando una sentenza più che ingiusta e non gli strumenti della democrazia, il fatto che siamo governati da molti anni da maggioranze parlamentari e da governi diversi da quelli scelti dagli elettori, ma anche non me lo nascondo certo il fatto che, pur avendo ben governato e difeso con efficacia l’Italia di fronte alla peggior crisi economica del dopoguerra, non siamo riusciti a completare quella rivoluzione liberale che era nei nostri progetti dal 1994”. In ogni caso non tutto è perduto: “Non abbiamo affatto smesso di credere nella ‘rivoluzione liberale’”. Per questo, insiste, “non esiste alcun centro-destra possibile senza di noi (se non un’ opposizione di pura testimonianza e senza prospettive), e per vincere dobbiamo ritrovare quei voti moderati che abbiamo smarrito. Questa è la missione di Forza Italia che alcuni commentatori amano definire ‘al tramonto’. Li invito volentieri a partecipare ad una qualsiasi nostra assemblea, ad un incontro di nostri militanti, ad un’iniziativa pubblica di Forza Italia: vedranno una forza tesa a costruire il futuro, con entusiasmo e con impegno, altro che ‘fine corsa’”.
Nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere la Meloni afferma che a Roma “è stata fatta la scelta che aiuta Renzi”, il quale “teme moltissimo una sconfitta a Roma, roccaforte tradizionale della sinistra, e per questo cerca in tutti i modi di spostare l’attenzione dalle Amministrative concentrandola sul referendum istituzionale. Se Berlusconi dovesse aver bisogno di un favore oggi da Renzi, quello che il premier gli chiederebbe in cambio è proprio evitargli la sconfitta a Roma”. Per la leader di FdI “è inevitabile che la scelta di FI abbia conseguenze politiche: il centrodestra che conoscevamo non esiste più. Resta ovviamente lo spazio politico per gli elettori di un centrodestra nuovo che andrà ricostruito, a partire da ora”. “Non essendoci più un vincolo di coalizione, appoggeremo solo i candidati che ci convincono: Parisi a Milano lo è, Osvaldo Napoli a Torino no”, evidenzia Meloni, che dice “basta con queste due destre per cui noi siamo i cattivi e poi ci sono i ‘moderati’. Quelli come Alfano che plaudono alla scelta di Berlusconi e poi governano con la sinistra sono inciucisti, non moderati. Noi non ci faremo rinchiudere nel ghetto, la mia coalizione a Roma sarà ampia ma ha un confine: no a chi ha tradito la volontà degli elettori”. Parlando di Silvio Berlusconi spiega, “sono rimasta male: per lui, è stato più facile sostenere il governo Letta che un alleato da sempre come me”, dichiara Meloni. “Temo abbia cattivi consiglieri che lavorano per isolarlo, e che non stanno facendo il bene del centrodestra. Il tema della leadership – aggiunge – è di là da venire, ed evidentemente non è in cima ai miei pensieri se mi candido per governare Roma e le Politiche si terranno tra uno o due anni”. Red. Pol.