Accoglienza da star a Kiev per Jamala, la cantante ucraina vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2016 che si è tenuto a Stoccolma. Una vittoria, quella di Susana Jamaldinova, questo il suo vero nome, che si colora anche di un significato politico e ha scatenato polemiche per la sua canzone “1944”, sulla deportazione dei tatari di Crimea durante la Seconda guerra mondiale. Un brano percepito dalla Russia come una critica all’annessione della Crimea. Tra l’altro era russo uno dei favoriti per la vittoria, Sergey Lazarev, arrivato terzo. “So che molti pensano che la mia canzone abbia un significato politico – ha spiegato Jamala – ma non è così, prima di tutto io sono una cantante, queste questioni come lo scontro Russia-Ucraina non fanno per me, non mi interessano”. Il brano, ha spiegato, è ispirato alla storia della sua famiglia, e a tutti i tatari di Crimea ma risuona potente nell’Ucraina di oggi, dove i ricordi di quell’orrore sono stati riaccesi dall’annessione russa della Crimea nel 2014. “E’ un messaggio importante per tutti i tatari di Crimea che hanno sofferto: l’Europa non può dimenticarsi di loro e di quello che hanno patito. Questa canzone parla di quello che hanno subìto e di quello che stanno vivendo, sappiamo bene che sono stati e saranno sempre ucraini”.